Corriere della Sera - Io Donna
L’ELEGANZA SECONDO GIVENCHY
Basta citare Colazione da Tiffany, con l’indimenticabile Audrey Hepburn in TUBINO NERO, per spiegare chi è questo straordinario stilista, uno dei più celebri, scomparso pochi giorni fa, a 91 anni. Un Maestro dell’Haute Couture che ha fatto un miracolo: ve
Hubert de Givenchy nato marquis a Bea uva isnell’ Alta Francia, di grande famiglia protestante che si riconciliò con la sua vocazione perla moda soltanto quando entrò nella mai sondi Robert Piguet, svizzero e protestante, è stato uno deic out urierpiùf amos i del mondo. Notoancheachinon conosce il suo nome, ma ammira quell’attrice incantevole che è stata Audrey Hepburn, anzi Audrè, come la chiamava l’uomoche trasformò quella bellezza angolosa ed eccessivamente magra in pur ostile. Perché è il suo nome che subitosi ricorda ripensando a questo astro dell’ alta moda, chesi è spentonel sonnoa91anni, loscorso10marzoe per la cui scomparsa il presidente Emmanuel Macron ha espresso il cordoglio della nazione.
Ma èl’ immagine di Au dr è ari chiamare l’ attenzione su questo protagonista dell’ H aut eCouture.L’ av eva vestita per Sabrina, il suo secondo film. In occasione dellamostra Hubert de Givenchy. To Audrey with love, tenuta a Geme ente museu md ell’ Aia, in Olanda nel 2016, ha raccontato che all’ inizio aveva deciso di non vestirla :« Spiegai che ero impegnato e non avevo tempo, avendola già incontrata per un gioco degli equivoci: mi aspettavo Katherine Hepburn, e invecemi apparve davanti una ragazzina, resa ancora più snella dai pantaloni Capri e dallamaglietta tipo gondoliere. Lei ha insistito, finché un giorno mi ha invitato a uscire a cena. Figurarsi, una donna che invita un uomo a uscire a cena. Ma dissi di sìeafine seratami avevaconquistato. Daalloranonho mai smessodi vestirla». IlcapolavorofuColazionedaTiffany, inizialmentepensato perMarilynMonroe e il regista John Frankenheimer, quindi andando in direzione opposta affidato ad AudreyHepburneBlakeEdwards. Le scenediAudreyHollyGolightlyper le stradediNewYork, in tubinonero al ginocchio o lungo, hanno codificato il noioso
tle black dress nel simbolo dell’eleganza assoluta. «Era molto magra, lesi vedevano sempre le clavicole. Io volevo coprirle e lei ogni volta protestava. Cosìènatoil tubino con il giro di perle» ha raccontato con ironia. Ma era ben chiaro per questa attrice, che rappresenta anche un tipo di donna nuova, qual era il miracolo cheGivenchy poteva fare: «Darti una personalità, non soltanto vestirti». Capire negli annidi Instagram, delleinfluenc erede ifollowers,d elle sale sfilate affollate più di un tendone di un circo, quale fosse il tocco magico diGivenchy è quasi impossibile se non si pensa a quel fenomeno che sono stati gli anni Cinquanta. «L’HauteCouture francese, sostenuta dallo slancio modernista dell’epoca, ha permesso ai veri creatori di perfezionare il taglio el atecnic ape raggiungere a questa arte già adulta una nota di humor e di frizzante gusto parigino» commenta ThierryMugler, stilista star nel monumentale volume Les Années 50, diAnneBonyper Les Editions duRegard. Eaggiunge: «La presentazione delle collezioni diventa un rituale segreto, protetto, dove perla prima voltale modelle sono personaggi checonla loro sola presenza impongono silenzio». Non è un caso se nella sua prima collezione cou ture del 1952, Les Séparables, intendendo gonne e bluse strabilianti, dedica unamagnifica camicia bianca a Bettina Graziani, famosabellezza emannequin, chenellamaison fu anche responsabile delle relazioni con la stampa. A 25 anni, dopo un apprendistato come figurinista daJacqu est Fath,unp assaggio come stilista da Pigu et, e quattro anni come primo assistente da Elsa S chi a pare lli, ilb ellissi moHubert può ammirare sulla copertina di
È il trionfo, conleclienti chesi affollano nei saloni gotici del presto soprannominati “laCattedrale”.
Perché era cortese, sorridente, ospite gentilissimo, ma incuteva un rispetto affine alla devozione. Anche in questo simile al che più ammirava, Cristobal Balenciaga. Aveva tentato di conoscerlo già a 17 anni, presentandosi con tre disegni sottobraccio e sognando un futuro da ragazzo di bottega. Mala terribile direttrice Re né egli aveva sbarrato il passo e l’ incontro decisivo avvenne soltanto nel 1953, a un cocktail di New York offerto dalp residente di CondéNast,IvaS erge iP at ce vitch. Riserva strane sorprese, la vita.
Da questo momento nasce un’amicizia così intensa e profonda che Balenciaga lo definisce addirittura “mio figlio adottivo”. E Givenchy racconta di dovere a lui quell’ insegnamento che seguì sempre: Soyeznatur el. Que les choses viennent vraiment de vous (Sii naturale. Chele cose vengono davvero date ). È la semplicità lussuosa di Givenchy adatti rareJac quel in eKennedy, che nel 1961 perla visita di Stato in Francia e la cena di gala con il presidente De Gaulle a Versailles scelseHubert, affrontando segretissime sedute di prova per evitare polemiche, vist oche lafirstladydov eva indossare soltanto marchiamericani.
Ricco di gloria, di premier i conoscimenti, di clienti universalmente ammirate comeGr ace di Monaco eMarella Agnelli, ilm arche seHubertdeG iv enchy nel 1995 lascia lamaison e si ritira a vita privata. Il brand entra nell’orbitadiLvmh, chelotrasformainunapalestradellacreatività, ancheestrema. Arrivaprima JohnGalliano, seguitopoidaAlexanderMcQueen, BritishDesigner of the Year 1996, seguito quindi da JulienMacDonald, seguito da Riccardo Ti sci, che per dieci anni imprimerà lasuavisionaria impronta tragoticoedark. Ad accompagnarlo lungo questa strada tanto diversa da quella classica dell’ atelier, fu proprio il Maestro, dal quale il giovane stilista italiano si recò più volte, accolto sempre con simpatia. Forse perché gli raccontava impressioniesogni, forse perché gli esprimeva una ammirazione sincera. E di tutti i suoi cosiddetti eredi solo con Ti scie bbe unr apporto quasi di amicizia. Come può nascere tra due talenti innamorati del proprio lavoro.
È la semplicità lussuosa di Givenchy ad attirare Jacqueline Kennedy, che nel 1961 per la visita di Stato in Francia scelse Hubert, BșSPOUBOEP TFHSFUJTTJNF TFEVUF EJ QSPWB