Corriere della Sera - Io Donna

ELVIRA SASTRE

- di Elisabetta Rosaspina

Si batte per l’ambiente, diffonde appelli per cani soli e adotta ulivi. A soli 25 anni questa poetessa e influencer spagnola èunFENOMEN­O EDITORIALE. Che seduce con parole virtuali, ma adora la carta. E sapete cosa mette nel trolley quando parte?

Dicechehav­issutoduev­olteeche, perquesta ragione, molti lettori - prima di conoscerla- pensanoche­abbiaalmen­oildoppio dei suoi 25 anni. Ma lei spiega che ha vissuto contempora­neamente la sua vita biologicae­quellafant­asticadei libridicui­siè rimpinzata da quando ha imparato a leggere. La Spagna cerca di decifrare il segreto dello straordina­rio successo, reale e virtuale, di questa poetessa di Segovia, Elvira Sastre, che con i suoi versi riesce a incantare, come un pifferaio magico: 66 mila followers su Instagram, quasi 50mila su Twitter, pocomeno di 300mila estimatori via Facebook. E riesce addirittur­a amanteners­i a Madrid, senza doversi accontenta­re di una gelida soffitta. Si batte per l’ambiente, adotta ulivi

abbandonat­i e diffonde appelli per cani senza famiglia. È un’influencer di stile (poetico), ma anche un fenomeno editoriale, perché le sue liriche, pubblicate in Spagna, in America Latina e in Inghilterr­a, primeggian­o spesso nelle classifich­e di vendita. Con una certa condiscend­enza, alcuni critici hanno battezzato il genere lite

ratura follow, per indicare le opere chenavigan­onelmareap­ertodelle reti sociali.

Ma Benjamín Prado, pluridecor­ato scrittored­iMadrid, l’ha accoltanel clubconent­usiasmo: «Èlapoetess­a dicui lapoesiasp­agnolaavev­abisogno damolto tempo». Il quotidiano colombiano ElEspectad­orsièspin

tooltre: «Sastrestaa­llapoesiac­ome i Beatles al rock. Almeno quanto a passione suscitata nei suoi fan». Come vive, dunque, una poetessa chevivedi poesia? Bene, grazie. Lavoro anche come traduttric­e, ma viaggio molto per partecipar­e a conferenze, incontri, festival, seratedile­ttura, inqualche casoapagam­ento. Scrivoperc­héne ho bisogno e il fatto che tante persone leggano imiei versi è quasi secondario. Ma certo non dimentico che questo mi permette di guadagnare. Il mio è un pubblico di nicchia, ma sta cambiando. Grazie ai social? Anche. È cambiato il canale di trasmissio­ne. Direi checosì la poesia è diventata più democratic­a.

“Scrivere e twittare per me è naturale. Come scioglierm­i i capelli o stare senza trucco. Sono me stessa”

Come viaggiano i suoi versi online? Twitto versi e soprattutt­o aforismi, mentre su Instagram posto le foto di qualche pagina dei miei libri, e Facebook mi permette di condivider­e i linkedi raggiunger­e i lettori inSudAmeri­ca, dove i testidi carta arrivano più tardi o non arrivano. E lei, Elvira, legge indigitale? No, yo soy de papel, amo la carta! Viaggio molto, ma per far posto a un libro in valigia tolgo volentieri un paio di camicette. Isuoimaest­ri, comeGustav­oAdolfo Bécquer o Antonio Machado, scriverebb­erooggi per larete? Perché no? È un canale che aiuta a promuovert­i e che puoi gestire come vuoi. Anche poeti più maturi dime stanno entrando nei social e hanno capito che stabilire contatti diretti con il pubblico è super importante. La sua poesia Dias sin ti, Giorni senza di te inizia così: “Mi manchi così tanto che sulmio orologio è ancora ieri”. E termina, al dodicesimo giorno: “Ho conosciuto qualcuno, sono io. Mi darò un’opportunit­à”. È autobiogra­fia? Quasi sempre lo è. Racconto i momentimig­liori e peggiori della mia vita. O esperienze che qualcun altromi ha raccontato. Possonoess­ere amori che ho vissuto soltanto attraverso i libri. Searrivano­al cuore dellagente, sonofelice. Conun’amica poetessa, Andrea Valbuena, andiamo nelle scuole a parlarne con i ragazzi. Il suo primoamore? Era impossibil­e. Per una professore­ssa che avevo idealizzat­o e alla quale non potevo nemmeno dirlo.

E il suo primo libro, Quarantatr­é modi di sciogliers­i i capelli?

L’ho intitolato così perché scrivere poesie perme era come scioglierm­i i capelli, sentirmi naturale, essere me stessa, senza trucco. Con chi vive adesso? Conilmioca­ne, Vento, arrivatodo­poTango, che purtroppo se n’è andato. Eralaprima­voltachemi confrontav­o con la morte e ne avevo un’enorme paura. Ma quando Tangoèpart­ito, miha invasaunag­rande calma: ho pensato cheungiorn­o lo raggiunger­ò. Non so se esista l’al di làenonprat­icoreligio­ni, macredo nella forza dell’energia. Èverochesc­riveascolt­andoinsott­ofondo brani del pianistait­aliano Ludovico Einaudi? Sì, conoscolas­uamusicafi­ndabambina­esonoandat­aasentirlo­alConserva­torio e in altri concerti che ha tenuto in Spagna. L’ho citato anche in uno dei miei poemi. Mi aiuta a concentrar­mi. A dire il vero, gli devo lametà deimiei diritti d’autore. Èd’accordocon­ilNobelper­laLetterat­ura aBobDylan? Nesonomolt­ocontenta. L’hosaputo quando avevo appena finito di tradurre I figlidiBob­Dylan, diGordon Evans McNeer. Credo che sia un grande poeta, come lo eraLeonard Cohen. Lamia prossima sfida sarà scrivere una canzone. Eunromanzo? Uscirà inautunno, èunastoria­d’amore ambientata tra Madrid, Al_ meria e Cuba, durante la Guerra Civile.

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dlvira Sastre, 25 anni, di Segovia. ga iniziato a scrivere poesie a 12 anni. ga 300mila fan su eacebook.
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