Corriere della Sera - Io Donna

QUELLO CHE GLI UOMINI NON DICONO

Il periodo appena successivo alla reconda guerra mondiale è stato cruciale per il Paese: la produzione industrial­e volava, si riaprivano i teatri, rinasceva la voglia di vivere. dd eravamo molto più felici di oggi

- di Aldo Cazzullo

Come d’abitudine, torno a rivolgermi alle lettrici e ai lettori di Io donna per chiedere aiuto nella stesura del mio prossimo libro. C’ è un periodo dell astoria italiana di cui non si parla mai:l aricostruz­ione. Temo che i nostri ragazzi non sappiano neppure che sia esistita. Al più, la si confonde con il boom economico: la 600, le prime vacanze almare, l’Autostrada del Sole; ma quella è storia di quindici anni dopo. L’ Italia del 1948 era un Paese povero, contadino, che aveva perso la guerra due volte-contro gli angloameri­cani e contro i tedeschi -, con due milio nidi case distrutte e 16 milioni di mine inesplose. Solo un italiano su 15 aveva il telefono, solo uno su 50 aveva l’ automobile. Si girava in bicicletta e ci si lavava con difficoltà: tre case su quattro non avevano il bagno. Però eravamo più felici di adesso. Perché gli italiani fecero una sorta di giuramento collettivo, come quello che Rossella O’ H ara fa in Via col vento, stringendo nel pugno una pian- ta stenta della sua tenuta semidistru­tta dalla guerra :« Giuro che non avrò mai piùfame». Gli italiani lavorarono e ricostruir­ono a ritmi incredibil­i: i cinesi eravamo noi. Nel 1948, anno cruciale della nostra storia, la produzione industrial­e era già tornata quella diprima della guerra. Si riaprivano i teatri, si giravano film apprezzati nel mondo, si ritrovava il gusto del vivere, si scopriva la felicità di andare dal meno al più. Oggi siamo molto più ricchima stiamo andando dal più almeno, e abbiamo perso fiducia nel futuro e inno i stessi. Come ho già fatto peri libri sulla Grande Guerra, sulla Resistenza e sulle donne, chiedo all elettrici e ai letto ridi raccontar mila storia di una donna o un uomo della sua famiglia che ha contribuit­o a ricostruir­e l’Italia. Muratori e ingegneri, operaie imprendito­ri, persone che-a volte partendo dal nulla-si sono battute per migliorare le condizioni della loro famiglia e del loro Paese. Italiani di cui dobbiamo ritrovare lo spirito, ora che l’Italia dopo la crisi è di nuovounPae­seda ricostruir­e, comedopo la guerra. _ Lamia mail è acazzullo@rcs.it. Leggerò tutte le storie e alcune diventeran­no l’ ultimo capitolo del prossimo libro. Grazie.

AVETE STORIE DA RACCONTARE? DONNE O UOMINI CHE HANNO CONTRIBUIT­O A RICOSTRUIR­E

L’ ITALIA? SCRIVETE

A ACAZZULLO@RCS.I TOP PURE AIO DONNA. RE DAZIO NE@RCS.IT. LA RUBRICA TORNA IL 21 APRILE.

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Aldo Cazzullo acazzullo@rcs.it

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