Corriere della Sera - Io Donna
INTERVISTA ACARLA FRACCI SUL SENSO DEL DECORO
Di Fabrizio Roncone
arte, comesisa, è lo specchi odi un Paese. E perciò misi stringe il cuore, mi creda, quandone i teatri vedo entrare certi tipi injeanse maglietta. Vestire in quel modo non significa essere disinvolti, alla moda: significa solo mancare di rispetto.
Già, il rispetto.
L’abbiamo smarrito, in Italia. E se non hai più rispetto per l’arte, non hai più rispetto per te stesso. Così va, mi dicono. Devi rassegnarti. E invece io nonmi rassegno proprio per niente. danza, milanese, simbolo italiano di grazia ed eleganza ). Il rispetto, che poi può essere inteso anche come decoro, lo smarrisci quando non hai più valori di riferimento. Io sono nata poco prima della seconda Guerramondiale, fummo sfollati aGazol do degli Ip poli ti, vicino Mantova. Giocavo con le oche, ci scaldavamo in una stalla. Papà lo credevamo disperso in Russia: invece tornò e diventò tranviere, mamma operaia alla Innocenti. Andammo a vivere in una casa popola redi Milano, pensavo di fare la parrucchiera, maun’amicadi famiglia convinse i miei geni toriche dovevo provare ad entrare alla scuola di ballo della Scala. Insomma, sono partita in salita come tanti.
Non era facile nemmeno all’epoca.
Sa qual era lamia forza? Sapevo da dove venivo. E volevo farcela. Ecco: decoro, dignità, voglia di fare. Nonla rabbia, il disfattismo, l’invidia sociale, non il rancore che, oggi, è così diffuso…
Continui.
La voglia di non arrendersi: una volta finimmo a Paestum. Dovevamo danzare all’aperto, mail palco era scivoloso, le cabine elettorali come camerini. Però la gente arrivava… e allora abbiamo cosparso il palco di CocaCola per renderlo appiccicoso, ci siamo cambiati e abbiamo iniziato a danzare.
“Sembri Carla Fracci”: unmodo di dire, per dire che una donna è magnifica.
Mi piacerebbe essere di esempio anche adesso. Perché iononmi arrendo a questa volgarità, a questa mancanza di amor proprio…