Corriere della Sera - Io Donna

SONOCOSEDE­LLA VITA

Di Barbara Stefanelli

- Barbara Stefanelli bstefanell­i@ corriere.it

Ci sono tante canzoni italiane che raccontano uomini - mariti, amanti, maschi - che attraversa­no la notte. Si pentono, non si pentono, tornano da qualcosa o qualcuno: comunque rientrano. Su tutte, di Adriano Celentano e Claudia Mori, Non succederà

più( che torni alle tre e io mi addormento senza te ). Poi ungi« » gant esco GiorgioGa ber del 1961, inque stigi or nitrano i grazie alla raccolta curata dalla sua Fondazione con Ivano Fossati. Ne Le strade di notte, latris tezza del cantautore che girane lvuotol argo e spento della città si restringe nella strofa dimezzo: Voglio correre a casa, voglio correre date e dirti « chetiamo che ho bisogno dite, speriamo che tu non dorma già, mi spiacerebb­e svegliarti. Questa cosa di svegliarla/ non svegliarla rimanda a un al» trote sto, di tutti il più beffardo quanto a movimenti maschili al buio. Sono i Pooh diTantavog­liadi lei, capaci di uniretradi­mentoe contro tradimento in poche battute. Mi dispiace di svegliarti, forse un uomo non sarò, mad’un « trattos oche devol asciarti, fra un minuto mene andrò (…) Mi dispiace devo andare, ilmioposto­èlà: il mio a moresi potrebbe svegliare, chi la scalderà ?. » E ancora, visto che ormai ha scelto la compagna di sempre e non la stra“na amicadi una sera”: Lei simuove e la suamano, dolcemente cercame e « nel sonno sta abbraccian­do pian piano il suo uomo che non c’è . Lo strazio » sommo resta tuttavia quello di Minuetto: Evieni a casamia, quandovuoi, « nelle notti più che mai, dormi qui, te nevai, sono sempre fatti tuoi. Tanto sai che quassù male cheti vada avrai tutta me, set i andrà, per una notte .... La » canzone è di FrancoCali­fano (testo) eDarioBald­an Bembo(musica), ma la voce nelle nostre teste è diMiaMarti­ni, che la incise nel 1973 e ne fece il 45 giri più venduto della sua carriera: immaginiam­o che ada spettare -“quassù ”- ci sia lei enonil Califfo. Questo gran correre di uomini nelle notti più « che ma imi è venuto in mente osservando­le scale mobili del metrò, mattina » dopomattin­a: sono sempre donne quelle che infilano la corsia di sorpasso, _ salendo esaltando code, gradini, pensieri. Sembriamo avere tutte una gran fretta di uscire, e ricomincia­re.

Nei testi delle canzoni italiane vanno, vengono, magari si pentono (dopo) di aver lasciato la compagna di sempre per la “cara amica di una sera”. Tutto un andirivien­i. Poi nel metrò, la mattina, a correre sono sempre le donne

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