Corriere della Sera - Io Donna
MARCEL WANDERS. IL DESIGN È VIAGGIO
Di Anita Sciacca
Cacciato dalla Design Academy di Eindhoven, non ha mai mollato perché nella vita non farebbe altro se non il designer. MarcelWanders, che con il studio ha realizzato più di 1.900 prodotti ormai diventati icone, ci accoglie per la Design Week nel suo mondo immaginario, anzi nei suoi mille mondi, perché il segreto è proprio questo: per ogni progetto, per ogni collaborazione, riesce a creare un universo in cui si viene catapultati, in cui ci si può muovere e vivere, do vela fredda estetica industriale è sostituita dalla poesia, dalla fantasia e dal romanticismo. Incontriamo quello che il New
York Timesh ade finitola“LadyG aga del design” in occasione della sua prima collezione“G lob eT rotter ”, creata per Roche B oboi se che sarà esposta inante prima con un’ inst al-
lazione onirica, nello Spazio Solferino31, aMilano, dal16al22aprile.
Cosa significa il design per lei?
Tantissime cose, è la mia passione più grande, è la lingua che parlo. Al giorno d’oggi è qualcosa di universale che viene applicato ad ogni campo, per me vuol dire semplicemente creare il mondo di domani.
Da dove prende l’ispirazione per i suoi progetti?
Inmolti risponderebbero da un libro odaunviaggio, invece iopenso sia qualcosa che viene dall’ interno. Ogni volta che inizio apensare aun nuovo lavoro mi faccio delle domande. Mi chiedo come posso portare il lato umano nel design, che cosa possa essere utile. Quando poi ho trovatole risposte, sono il tip oche disegna ovunque, nella doccia, aletto, in macchina, inserisco il pilota automatico enonmi ferma più nessuno.
Com’è nata la collezione “Globe Trotter”?
Ho sempre ammirato Roche Bob ois, loro hanno un’ anima eclettica e colorata e uno sguardo internazionale. Abbiamo chiacchierato a lungo edeciso insieme chenonavremmo lavorato a un unico oggetto, ma dato vitaaununiverso, unospazioveroe proprio. La collezione unisce mondi lontani per crearne uno nuovo in cui convivere. Mongolfiere, animali e tesorinascosti sonounomaggio all’ esploratore che ognuno dino i ha sognato di diventare.
Il suo pezzo preferito?
Posso solo dire che il divano Mon
tgolfière è incredibile con i braccioli dalla sagoma amongolfiera!
Ha collaborato contantibrand,c omeli sceglie?
Ci scegliamo a vicenda, per me però è fondamentale creare un rapporto personale, io e il mio team siamo come una famiglia, ci deve essere rispetto reciproco e una buona intesa. I miei lavori sono i miei figli e se io sono la madre, l’azienda è il padre, è importante che i due D nasi uniscano dando vita a qualcosa di unic oche rappresenti entrambi.
Ha mai pensato a cosa farebbe se non fosse un designer?
No. Perché non potreimai fare altro, è quello che sono, è lamia anima. L’ho capito a 17 anni quandoho scoperto che esisteva questo lavoro. Pensare e progettare gli oggetti che fanno parte del nostro quotidiano è magico. È un processo creativo a tutti gli effetti, ma infinitamente connesso con ilmondo reale.