Corriere della Sera - Io Donna

LORENZA LUTI. SCOMMESSE DI FAMIGLIA

di Giusi Ferré

- di Giusi Ferré foto di Tommaso Gesuato

Ascoltare Lorenza Luti che parla di Kartell e del Salone del Mobile è come immergersi in una festa di colori e sorprese. A dimostrazi­one che non c’ è industria senza creatività, e nonc’è creatività senza il coraggio di osare con ostinazion­e. Sono stati necessari più di tre anni per realizzare il progetto “Woody”, in collaboraz­ione con Philippe Starck: plastica e legno a lavorazion­e industrial­e, vincendo quella che appariva l’insuperabi­le difficoltà della curvatura del legno nello stampaggio. Anche le sedie a intreccio di plastica “Matrix” di Tokujin Yoshioka, abbinate a tessuti e a materiali di--

versi, hanno richiesto la messa a punto di un metodo innovativo perfino per un marchi oche dalla sua nascita nel 1949 è protagonis­ta assoluto nella sperimenta­zione dei materiali classici. Lorenza, che è la nipote del fondatore di Kartell Giulio Castelli, è oggi direttrice marketing& r eta i leda un paio di anni affianca il padre Claudio Luti, presidente dell’ azienda, nella comunicazi­one e nei rapporti coni designer .« Niente mi stimola emi dà maggiore allegria più che assistere alle riunioni trami o padre egli architetti. È uno scintillio di idee, uno scambio continuo tra commenti e ipotesi di lavoro, in uno spingersi sempre oltre ». Nell’impresa di famiglia è entrata gradualmen­te, in modo naturale, dopo il liceo classico al San Carlo di Milano e la laurea in Economia e Commercio all’Università Bocconi, con specializz­azione in Marketing e Management Strategico .« In realtà, mi sarebbe piaciuto lavora renella moda perché mi attirava il suo aspetto ludico. Così ho iniziato nell’ ufficio stampa di Erme neg il do Zegna ». Ma poi, il richiamo del design è stato più forte.

Nel 2000 Lorenza viene incaricata di seguire il negozio Kartell di Milano, «un’azienda in miniatura», poi si è trasferita a Parigi che in quel momento rappresent­ava il mercato più importante, e nel 2005 è rientrata nel quartier generale di No viglio, dove ha avviato una politica di espansione globale del marchio. Non è un caso se anche nell’era dell’eco mm er celo stand di Kart el lin Fiera ospita un vero negozi oche i visitatori potranno vedere attraverso una parete di vetro (« lunga 300 metri»). «All’innovazion­e abbiamo dedicato otto pedane, che mostrano i nuovi concetti affrontati dalla Kartell. Dalle bi o plastiche, per il cui studio siamo entranti in società con un un’azienda specializz­ata, al “Cookingtab­le”. Una scrivania sulla quale si possono anche cucinare un paio d’uova o preparare un caffè». Sono come grandi mondi queste pedane, che generano emozioni e suggestion­i presentand­o ben 25 prodotti.

«Li guarderò con occhi nuovi quando accompagne­rò le mie bambine a fare una visita». La primogenit­a, otto anni, sichiama Sofia. La seconda, sei anni, Matilde. E davanti alle magiche creazioni Kartell, come in fabbrica o nel museo aziendale, sentono sempre una presenza di famiglia.

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lorenza lutiK bocconiana­K classe 1979K direttrice marketing & retail di Kartell, affianca il padre Claudio, presidente del brand e del ralone del lobile.
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1 Lampade “Kabukilini bolour”. 2 La poltrona “Woody” con poggiapied­i di Philippe rtarck. 3 I “bomponibil­i” di ii lartin. 4 Il divano “aetty aoop” di Piero Lissoni. sutto Kartell.
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