Corriere della Sera - Io Donna
Cosac’èdietro il nome di una strada cittadina
Mai esporre la toponomastica a flussi e riflussipolitici. Cambiando i nomi delle strade, si cambia lospiritodiunacittà. IgoverninapoleoniciinItaliacambiaronodrasticamentela toponomastica inmolte città, ma poi ci fu il colpodi spugnauna volta cadutoNapoleone. Lo stesso accadde per il fascismo. Meglio stare attenti alle mode eallepassioni politiche.
A Grosseto hanno appena proposto di intitolare una strada aGiorgio Almirante, ma subito è insorto l’ANPI, l’associazione dei partigiani, che ha ricordato una pagina dolorosa della Maremma, la strage di Niccioleta a opera dei nazifascisti. ARomahanno invece deciso di intitolare una via a Fabrizio Frizzi e la decisione è stata presa all’unanimità. A un secolo dalla più grande sconfitta subita dall’Italia nella Prima guerramondiale, Caporetto, molti storici e politici hanno chiesto la cancellazione delle strade dedicate a Luigi Cadorna, generale fellone. Dare un nome a una strada significa, infatti, ricordare l’importanzadiunapersona, diun luogo o di unmomento particolarmente significativo per lanostra società. La vera casa dell’uomononèuna casa, è la strada, dicevaBruceChatwin. La toponomastica, l’insieme dei nomi delle strade e delle piazze, ha in realtà un nome più specifico: si chiama “odonomastica” (dal greco hodós, strada, e onomastikòs, attoadenominare). Pergli storici locali, è una miniera di aneddoti; per la politica, l’ennesima occasionedi scontri eprovocazioni attornoagli annunci ricorrenti di futuribili vie.
Per non suscitare continue dispute, le città dovrebbero averelastrutturadell’isoladiManhattanaNewYork. Le stradechelapercorronodaNordaSudsichiamanoAvenue (Broadway, ParkAv, ecc.); lestradeche lapercorronodaOvestaEst sichiamanoStreetehannounsemplice numero. «Il fenomeno più diffuso» ha scritto Stefano Bartezzaghi «ècheall’invocazioneperWojtyla“santosubito” nerispondeunapiùmodesta, e laica: “strada subito”. La necessaria rigidità del sistema odonomastico subisce, e spesso le resiste, la pressione delleondateemotive, chepretenderebbero di tributare vie e relative targhe a certimorti celebri, anche in deroga alla legge che imporrebbe un’attesadi dieci anni daldecesso dell’omaggiando (per viaMike Bongiorno aMilano l’attesa è durata solo sei anni, per esempio)». Comunque, mai dimenticare che tutte le stra_ de, specie quelle in cui viviamo, portanoanoi.