Corriere della Sera - Io Donna
107 le fiabe che ci fanno crescere
di Anna Maria Speroni
Tra sorellastre, lupi cattivi e streghe l’eroe TROVA SEMPRE IL CAMMINO. Perciò dalle fiabe abbiamo ancora da imparare. Lo sostengono un Festival dedicato agli ADULTI e alcuni lettori speciali
Le fiabe sono vere. Sono il catalogo dei destini che possono darsi a un uomo e a una donna» scriveva Italo Calvino. Forse i destini non sono tutti lì ma, ammettiamolo, in fondo anche da adulti le storie inventate ci fanno da guida: aver letto o ascoltato di sorellastre, lupi cattivi, matrigne, streghe, fate madrine, eventi magici e destini avversi (lasciando stare i principi azzurri) può essere di una certa utilità nell’affrontare rapporti umani complicati, o darci una
chiave per uscire interi da una quotidianità che ci sta stretta come la torre a Raperenzolo.
Dall’idea che le storie siano più utili ai grandi che ai bambini è nata una manifestazione, qualche anno fa, all’inizio in sordina ma in crescita costante: il Festival della Fiaba, a Modena dal 7 al 17 giugno (centro storico, Complesso di San Paolo, festivaldellafiaba.com: narrazioni in versione originale, comprese le parti più dure e pulp; mostre, spettacoli). «L’unico sul tema, in Italia, nato e pensato per gli adulti» dice la curatrice Nicoletta Giberti. La sua teoria è controcorrente: «Nelle fiabe si parla di innamoramento, nascite, morti, sfide, eventi di cui di solito il bambino non ha esperienza diretta, non può capirli del tutto. L’adulto sì. Da ogni storia ognuno prende quel che serve; trova se stesso, come in ogni fiaba l’eroe trova sempre il cammino». Chi ha aiutato lei a trovare il suo? «Cenerentola: non la versione edulcorata di Perrault maquella della tradizione recuperata dai fratelli Grimm, con tutte le sue parti trucide,
compresa quella in cui la matrigna dice alle sorellastre di tagliarsi un pezzetto di piede per calzare la scarpetta. Cenerentola è bruttina, ha promesso alla madre in punto di morte di essere sempre buona e gentile, vive in mezzo alla cenere. Ma quando sente l’annuncio del ballo comincia a desiderare qualcosa per sé, e tanto la desidera che al ballo ci va a piedi. Non ci pensa neanche, a essere scelta dal principe. E poi... Un po’ come è successo a me: sono laureata in biologia ma amavo il teatro; mi sono iscritta a un corso solo per divertirmi e invece ho superato la selezione e cambiato vita».
Grazie Cenerentola, quindi, ma non solo: ognuno ha una fiaba che l’ha aiutato a crescere. Eccone qualcuna.