Corriere della Sera - Io Donna

Emergency, evoluzione di una ong

- Aldo Grasso agrasso@corriere.it

S

«i è conclusa la mia lunga avventura con Emergency». Diretta, senza fronzoli, in perfetta sintonia con il suo carattere, Cecilia Sarti Strada, figlia di Gino e Teresa, lascia l’ong fondata dal padre e lo fa affidando il suo addio a unpost su Facebook. «Sono stati anni importanti, difficili, entusiasma­nti; è stato un privilegio per me fare il mio pezzettino per nutrire, crescere e portare nel mondoquest­aidea di medicina ediritti umani» scrive Cecilia. Non spiega il motivo della decisione, non entra nel merito. Promette solo checontinu­erà abattersi per lo stesso obiettivo per cui è nata Emergency.

Il passante che si trovasse a Milano, dalle parti della chiesa di Sant’eustorgio, nella via che si chiama Santa Croce, si troverebbe di fronte un vistoso edificio da poco ristruttur­ato. È la sede di Emergency: bella, luminosa, moderna. Il passante non potrebbe mai immaginare che dietro quella ex scuola si sia consumato uno strappo così clamoroso. Dopo che articoli di stampa avevano parlato di un suo “silurament­o” dall’associazio­ne, quando venne sostituita dall’attuale presidente Rossella Miccio, Cecilia stessa rispose con un comunicato spiegando che l’avvicendam­ento alla carica di presidente «è maturato nell’ambito di una normale dinamica di confronto interno» e Gino Strada definì tali notizie «illazioni, calunnie e falsità gravi». Dove stia la verità nonèdato saperlo. Leuni- che cose certe sono il silenzio social del mondo Emergency e il grande sostegno da parte della base.

C’è chi vorrebbe Emergency ancora “dura e pura” come alle origini: denuncia di tutte le guerre e distanza siderale da qualsiasi governo, istituzion­e o azienda privata. E chi come Gino Strada e l’attuale gruppo dirigente, viste le dimensioni che ha preso la ong, nondisdegn­a più fondi governativ­i italiani ed europei o finanziame­nti da parte di imprese private, le ultime in ordine di tempo Impregilo ed Eni. Un dibattito che va avanti da anni.

Qualcuno sostiene che dietro l’umanitaris­mo del medico milanese, dietro il suo “pacifismo bellicoso” che tanta buona gente di establishm­ent ha scelto per abbellirsi le coscienze, ci sia un furore ideologico che inevitabil­mente porta a spaccature. A Emergency va riconosciu­to il grande merito di «aver costruito ospedali dove non ci sono», anche a scapito di una radicale politicizz­azione. Come giustament­e ha scritto Toni Capuozzo, «chiedere a Emergency e a Strada di curare e basta sarebbe come chiedere al missionari­o di non intonare mai una preghiera, di sfamare e basta». C’è molta ideologia dietro a Emergency, che a volte pro

_ duce anche clamorose rotture al suo interno.

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Gino Strada, fondatore con la moglie Teresa di Emergency. cambio di S tr ategia o tr adimento degli ideali? Scriveteci a iodonna. pa rlia mone@rcs.i t l a rubrica torna il 2 giugno.
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