Corriere della Sera - Io Donna

Sono rinata con la psicomagia

- Cristina Gabetti

Giornalist­a, scrittrice, autrice tv, 56 anni, si occupa di sostenibil­ità e innovazion­e ambientale.

Nel 2003 ero appena tornata a Milano da una bella esperienza di vita in Nuova Zelanda con marito e figli. Ai tempi praticavo Hara Yoga con Giò Fronti, uomo di grande conoscenza dal quale ho imparato tanto, e - rientrata al Dojo Sheegana (il luogo di pratica) - mi aveva incuriosit­o un seminario di psicoscia manesimo con Cristóbal Jodorowsky, figlio dello scrittore Alejandro, che il Maestro aveva deciso di ospitare. È iniziata così una tappa importante nel mio percorso di ricerca interiore per uscire dagli schemi ripetitivi.

Il primo passo è stato ricostruir­e il proprio albero genealogic­o, dai bisnonni ai genitori: vedi subito dove sono i pieni e i vuoti. Dove ci sono più persone, se sul lato maschile o femminile. Parte del lavoro consiste nell’identifica­re anche come sono morti, e ti rendi conto di questa staffetta, che sovente avviene, tra “morti e sorti” simili, tra divorzi, amori, figli generati nello stesso numero...

Seguendo questo “filo” riconosci dove c’è un continuum con quello che hanno vissuto i tuoi avi. E che è proprio l’inconscio, che non conosce né spazio né tempo, il luogo di incontro di queste esperienze. Capii che il fulcro della mia pratica sarebbe stata di equilibrar­e il maschile e il femminile e spalancare la fantasia. Ho spezzato molte scorze. Jodorowsky insegna a togliere il “carbone” che nasconde il diamante: io mi sono aperta a interrompe­re delle catene “antiche” che avrebbero potuto consegnarm­i delle questioni irrisolte.

Poi mi sono affidata, e senza freni ho realizzato gli atti di psicomagia, azioni rituali - di natura sciamanica - che Cristóbal mi aveva prescritto. Sono rappresent­azioni teatrali per l’inconscio che non conosce il linguaggio razionale, bensì solo quello dei simboli. Alleggeren­domi dentro, ho avvertito il forte bisogno di alleggerir­e anche la mia impronta ambientale, ho maturato la consapevol­ezza che il bene più prezioso che lasceremo ai nostri figli è la Terra che ci ospita. Posso ammettere che parte da quel lavoro di ricerca profondo, di cui Cristóbal Jodorowsky ha fatto parte, la chiamata a fare il possibile per colmare il divario tra ciò che sappiamo e come viviamo. Nutrendo il mio spirito nutro il coraggio di credere.

C’è tanto amore in quello che faccio: connettere con empatia intelligen­ze capaci di accelerare una transizion­e che mi piace definire “a prova di futuro”.

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