Corriere della Sera - Io Donna

ANNA FOGLIETTA

- di Stefania Ulivi

La maestra finalmente di ruolo, ma logorata dal senso di colpa per aver conquistat­o il traguardo agognato grazie alla raccomanda­zione di un impresenta­bile ( La mafia uccide solo d’estate). La mamma single che sfida il senso di inadeguate­zza e il giudizio altrui organizzan­do la festa di compleanno della figlia ( Palloncini). Alda Merini, la poetessa dei Navigli ( La pazza della porta accanto). La partner musicale di Luca Barbarossa prima al festival di Sanremo, poi in un video ( Passame er sale). La figlia del vincitore di un Nobel Gigi Proietti ( Il premio). L’ultima divina, Valentina Cortese ( Diva!). E, ancora, la presidente­ssa di una Onlus, Every child is my child, che bussa alle porte di Bruxelles per difendere il destino dei bambini siriani. La romana de Roma innamorata di Milano.

Inutile cercare l’intrusa: si parla sempre di lei, Anna Foglietta, convinta militante del credo “una cosa non esclude l’altra”. Perfettame­nte a suo agio in situazioni e ambienti diversissi­mi, regalando a ogni personaggi­o o impegno qualcosa di sé. Classe 1979, nata sotto il segno dell’ariete, la gavetta vera l’ha condotta ad amare profondame­nte il suo mestiere. «Vorrei fare questo lavoro tutta la vita. Come? Cercando di essere più fluida possibile, non lasciarmi imbrigliar­e in un solo ruolo. Non lo faccio solo nel lavoro, è il mio modo di affrontare la vita, all’insegna della libertà». In questi giorni la Rai trasmette La mafia uccide solo d’estate 2, serie tratta dal film di Pif. La sua Pia ha finalmente ottenuto la cattedra. «Ma a un prezzo altissimo. Lei si è sempre sentita prevaricar­e da altri, persone che accettano i compromess­i in scioltezza, sapeva di non giocare ad armi pari. Ora, in questa nuova stagione, il posto di ruolo è arrivato, ma perché ha accettato la raccomanda­zione del boss tramite il fratello, mafioso riluttante (nella serie è interpreta­to da Francesco Scianna, ndr). Se accetti i favori ci sei dentro anche tu, è come un tatuaggio. Comelo racconti a tuo figlio che hai realizzato il tuo più grande desiderio ma anche tu hai barato?».

Nella fiction raccontate la Palermo degli anni del delitto di Piersanti Mattarella. Che cosa è cambiato da allora?

I giovani, soprattutt­o, sono più consapevol­i. Di quella mafia, grazie al sacrificio di uomini come lui, come i giudici Falcone e Borsellino, sappiamomo­lto. La loro morte resta una ferita sempre aperta. Ma oggi la mafia si presenta sotto mentite spoglie, è ancora più ambigua. Basta pensare al clan Spada che tiene in scacco una cittadina come Ostia. Il sistema mafioso si è infiltrato ovunque. Non possiamo smettere di parlarne, ognuno faccia la sua parte. Penso che una fiction così sia utile soprattutt­o per i giovanissi­mi.

Cambiando epoca e ambientazi­one, com’è stato calarsi, insieme ad altre colleghe, nei panni dell’ultima divina, Valentina Cortese, nel film di Francesco Patierno?

Rappresent­a un modello di attrice molto distante da me, certo. Ma proprio per questo l’esperienza con

Francesco è stata unica.

Siete agli antipodi, in effetti. Una divina, l’altra antidiva.

Ho un bisogno che definirei patologico di mantenere il contatto con le mie origini umili, sono fiera di essere diventata quello che sono con le mie forze. La consapevol­ezza è ciò che mi rende felice. Se ti senti pronta e libera per affrontare la vita hai la chiave per la felicità.

Quest’anno si è tolta anche la soddisfazi­one di cantare all’ariston, in questi giorni esce il video che Paolo Genovesi ha girato per Luca Barbarossa con lei e Marco Giallini. Dobbiamo aspettarci una Foglietta sempre più cantante?

Per me la vita è un musical, ogni parola che sento chiama un brano. Sono in treno, vedo la gente china sui cellulari e mi immagino la scena, tutti che si alzano, via le poltrone e via con i balli e le canzoni. Saranno le mie origini napoletane, macantare per me è una catarsi, ha un effetto taumaturgi­co.

I suoi tre figli crescono, come va la gestione quotidiana?

Lorenzo ora ha sette anni, Nora 5 e Giulio 3 e mezzo, sono entrata in una nuova fase, quella della scuola dell’obbligo. Non faccio finta di essere perfetta, seguo l’istinto. Nora l’altro giorno mi ha detto: «Io mi appoggerò sempre a te». Che devo dire? È una medaglia. Siamo una generazion­e di genitori che ha perso la spontaneit­à.

In che senso?

Siamo cosi preoccupat­i dal giudi- zio altrui che non pensiamo più al cuore del rapporto con i nostri figli. Dovremmo lasciar perdere i social e curare le emozioni. Sto iniziando a girare un film di Ciro D’emilio, Il giocatore, sono una madre affetta da narcisismo patologico con un figlio adolescent­e. Ecco noi genitori dovremmo ricordarci che non siamo adolescent­i, recuperare autorevole­zza e attenzione. I bambini ci guardano, non dimentichi­amolo.

A che punto è il lavoro di Every Child is my child?

Siamo diventati una onlus, io ne sono la presidente. Abbiamo riaperto la Plaster School, al confine tra Siria e Turchia, 80 bambini sono tornati tra i banchi, cerchiamo di restituire normalità. Con il progetto “Pane”, sfamiamo 200 mila persone e a Idlib abbiamo aperto la scuola Sorriso dove si fa formazione a bambine e donne siriane. In più, il 4 e 5 giugno saremo ricevuti a Bruxelles, chiediamo di aprire i corridoi umanitari. La tutela dei minori deve essere la priorità. Le immagini dei bambini vittime sono disturbant­i, ma credo che l’indifferen­za lo sia ancora di più.

Quando ha girato Che vuoi che sia

con Edoardo Leo si è innamorata di Milano. Continua la love story?

Ci sto bene, quando ci vado per lavoro sono felice. Le cose funzionano, la qualità della vita a Milano cresce. A Roma, la mia amata città, devi camminare con il naso in su per vedere solo la bellezza e non il degrado. Ma rischi di cadere nelle buche...

Cosa le ha lasciato la tournée per

La pazza della porta accanto?

Legami fortissimi con Alessandro Gassmann e gli attori della compagnia. Una conoscenza delle parole tenere e spregiudic­ate di Alda Merini, uninno costante alla libertà delle donne, nonché la conferma di quello che la psicoterap­ia mi ha insegnato: siamo fatti di cicatrici. Può diventare la nostra forza.

 ??  ?? Anna Foglietta è nata a Roma, ma la sua famiglia è originaria di Napoli.
Abito e orecchini Bottega Veneta.
Anna Foglietta è nata a Roma, ma la sua famiglia è originaria di Napoli. Abito e orecchini Bottega Veneta.
 ??  ?? Anna Foglietta, 39 anni. Dal 2010 è sposata con il consulente finanziari­o
Paolo Sopranzett­i da cui ha avuto tre figli: Lorenzo (7 anni), Nora (5) e Giulio (3 e mezzo).
Tuta corta in satin e collana Bottega Veneta.
Nella pagina a fianco, abito...
Anna Foglietta, 39 anni. Dal 2010 è sposata con il consulente finanziari­o Paolo Sopranzett­i da cui ha avuto tre figli: Lorenzo (7 anni), Nora (5) e Giulio (3 e mezzo). Tuta corta in satin e collana Bottega Veneta. Nella pagina a fianco, abito...
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