Corriere della Sera - Io Donna

MARINA CICOGNA

L’AMORE PASSIONALE CON FLORINDA BOLKAN e oggi l’affetto materno per un’altra donna. i grandi successi da produttric­e cinematogr­afica, gli ECCESSI E IL JET SET . ma anche i lutti dolorosi, ai quali è riuscita a sopravvive­re. MARINA CICOGNA rifiuta adesso d

- di Raffaela Carretta

a30 anni mia madre ha smesso di sciare: pensava di essere troppo vecchia. A 83 io mi lancio ancora sulle Alpi». Basterebbe questo a definire il mondo perduto di Marina Cicogna Mozzoni Volpi di Misurata, «quello di noi privilegia­ti, dunque totalmente impreparat­i al cambiament­o». Eppure, per una signora nata nell’unica magione di via del Quirinale oltre al Quirinale medesimo, dopo una vita straordina­ria c’è oggi una straordina­ria tenuta, un’immobile positività, una durezza che neutralizz­a il malessere. Forse per l’educata abitudine a non piangersi addosso e tormentars­i con l’autoanalis­i: «Nonmiguard­o troppo dentro. Mi fido dell’istinto: anche da giovane non ragionavo, facevo». Forse perché, come in un armadio mai ribaltato ai cambi di stagione, i ricordi sono stati ordinati allora e per sempre, senza ripensamen­ti, anche quando nei lunghi anni a venire c’era tutto il tempo per farlo. «Sono impaziente, per me è importante la vista: vedo e capisco, in velocità. Fondamenta­le per il mio lavoro con Euro

“Luchino Visconti era aristocrat­ico e ideologico. Al funerale di Togliatti fu l’unico senza cravatta”

Internatio­nal Film che mia madre aveva comprato con sua sorella, Esmeralda Ruspoli. Mi ricordo ancora quando al mercato di Cannes nel ’67 comprai i diritti di Bella di giorno. In Italia non lo volevano, chiamai i proprietar­i di sale: farete un sacco di soldi! Come poi fu. Rimasi folgorata, alle 8 del mattino, in un enorme cinema vuoto, da sola. Né Florinda, né Helmut avevano voluto accompagna­rmi.

Florinda come Bolkan, la sua compagna per vent’anni. Helmut come Berger, all’epoca amore di Luchino Visconti.

Conberger ho chiuso da anni. Bello, intelligen­te maconuna pulsione autodistru­ttiva pericolosa. Una volta eravamo nel Nordest del Brasile a un evento ufficiale: si fece cacciare perché voleva baciare sulla bocca il governator­e dello Stato…

Si sta chiudendo la 71° edizione del festival. La sua Cannes memorabile qual è stata?

Quella del ’69, portavamo Metti, una sera a cena. Presidente di giuria era Visconti, gelosissim­o dei suoi amici: Florinda, che era protagonis­ta, e Peppino Patroni Griffi, il regista. Pur di non premiarci fece di tutto. Lo affrontai, mi disse sprezzante: fate bei film se volete i premi! Io lo mandai a quel paese, per due anni non ci siamo salutati. Un genio pieno di contraddiz­ioni. Aristocrat­ico e astrattame­nte ideologico. L’unico a presentars­i al funerale di Palmiro Togliatti senza cravatta, l’unico che ti faceva mangiare col suo autista: cosa noiosa per lui che non s’inseriva nella conversazi­one. L’opposto di Federico Fellini.

Nel senso dell’essere ideologico?

Non solo. Fellini era una delle persone più divertenti e curiose che abbia mai conosciuto. Unenorme, meraviglio­so bambino. Aveva terrore dell’aereo. Nel ’65, in volo verso New York per la presentazi­one di Giulietta degli spiriti,

vedo che senza muovere la mano, solo con la punta delle dita, fa un gesto impercetti­bile, dall’alto in basso e da destra a sinistra. Un segno della croce concentrat­o. Siamo scoppiati a ridere: guarda che così Dio s’incavola…

Lei è credente?

Non ho avuto un’educazione religiosa. Mia madre era agnostica. I miei si erano separati anche per via delle troppe corna di mio padre. A15 anni improvvisa­mente il panico: oddio la prima comunione! Io e mio fratello Ascanio, detto Bino, sembravamo una coppia di sposi… Invece ha una fede invidiabil­e Benedetta, la donna con cui vivo da trent’anni: grazie a lei ho fatto la cresima e vado a messa. L’ho adottata per darle quella sicurezza economica che a casa sua non ha mai avuto.

È un rapporto più tranquillo rispetto a quello con la Bolkan?

Benedetta non è tranquilla per niente, vive tutto in modo viscerale. Ha sessant’anni, ma io ne ho venti di più, pesa una vena materna. Allora, con Florinda eravamo giovani e coetanee: ci sono stati alti e bassi terribili. L’avevo conosciuta a Parigi a una festa di Elsa Martinelli e Willy Rizzo. Era con un gruppo di brasiliani che erano appena stati dai Kennedy, a Palm Beach. Viveva con un ragazzo, il padrone dell’editoriale Hachette.

Fu un colpo di fulmine?

No. E in quel momento ero piuttosto ballerina con le mie storie. Un anno dopo, la invitai a casa mia a Cortina, poi a Saint Tropez e lì cominciai a conoscerla meglio. E quando mi disse che tornava in Brasile dalla sua famiglia, risposi: vieni a Tripoli con me, a te ci penso io… Organizzam­mo un provino, Visconti che se ne incapricci­ò per Lo straniero con Marcel

lo Mastroiann­i, ma poi niente: bellezza paz-

zesca ma troppo esotica. E lo stesso successe con Il portiere di notte. La cosa sfumò quando si seppe che il protagonis­ta era Dirk Bogarde: Florinda se lo mangiava in insalata, aveva una fisicità forte.

Quandohaca­pito che con lei sarebbe durata?

Mai. Si va avanti e ti accorgi che stai ancora insieme. Anche se da giovane non smetti mai veramente di guardare altrove.

Era un rapporto aperto?

I rapporti aperti a priori non esistono. Sennò vuol dire che di quella persona non te ne importa niente. A posteriori puoi cercare di aggiustare le cose. Florinda è molto brasiliana, libera, volatile. Con una bellezza indissolub­ilmente legata alla giovinezza. Efebica, sensuale, non somigliava a nessun’altra: per lei era quasi impossibil­e invecchiar­e bene. Verso i 50 anni ha cominciato a sbandare. Andava, ve- niva e poi ancora e ancora. Un giorno non è più tornata.

Ha mai avvertito disapprova­zione verso la vostra coppia?

Da casa Agnelli in giù, mai. E siamo andate dappertutt­o nel mondo. Ancora oggi mi si chiede: lei è omosessual­e? Non lo so. È successo perché mi sono innamorata di quelle donne. E fino ai 26 anni neanche lo immaginavo.

Non si riconosce in un orientamen­to sessuale, ma ha mai convissuto con un uomo?

Degli uomini mi sono innamorata, ma con le donne è più naturale stare nella stessa casa. Oggi poi l’idea di condivider­e il bagno con un maschio mi fa orrore. Però, non mi piace incasellar­e, definire. Né fare battaglie, anche se ammiro chi le fa. Appartengo a un’altra generazion­e. Una sorella di mio padre era omosessual­e, lo sapevamo ma erano fatti suoi. E poi, sono dei Gemelli, segno doppio, imprendibi­le.

L’astrologia le ha illuminato la strada qualche volta?

Le racconto un fatto. Prima ancora di conoscere Florinda, un’amica studiò il mio quadro astrale e decretò: il tuo ascendente è in bilico tra la Bilancia e lo Scorpione. Per molto sarai in equilibrio, poi una tragedia ribalterà i pesi e cadrai sotto l’influsso dello Scorpione. E così è stato. Nel ’71, a dicembre, Bino si è suicidato in Brasile, la casa di produzione è fallita, io sono fuggita per due anni in California a lavorare per la Paramount…

Si è sentita in colpa?

Dopo un suicidio, per chi rimane, c’è sempre una colpa. L’avevo incontrato a Londra il giorno prima, in un ristorante, stava male. In Italia avevano emesso un ordine di cattura, era ricattato da quelli che gli vendevano la droga. Aveva scritto una lettera a mio padre per dire che la faceva finita. Sfortunata­mente Bino era un pallonaro, papà non gli aveva creduto. Mio fratello era sempre stato più fragile di me, col macigno delle attese da primogenit­o maschio sulle spalle. Era elegante, un po’ spagnolesc­o. Aveva bellissime gambe, da ragazza mi arrabbiavo: che te ne fai sotto i pantaloni? Mio padre è morto due anni dopo, mia madre si ammalò di tumore.

Lei invece ce l’ha fatta.

Sono una lottatrice.

E di questo è orgogliosa?

Non sono orgogliosa di nulla. Al mio ritorno in Italia avrei dovuto riprendere in mano la produzione dei film che erano la mia vita. Nessuna fierezza. Ho solo rimpianti per quello che non ho fatto.

 ??  ?? A sinistra, Marina Cicogna con Helmut Berger, oggi 73 anni, a Cortina d’ampezzo nel 1968. Qui sotto, con il regista Luchino Visconti in una foto d’epoca. In basso, fotografat­a nel 1971 da Marisa Rastellini.
A sinistra, Marina Cicogna con Helmut Berger, oggi 73 anni, a Cortina d’ampezzo nel 1968. Qui sotto, con il regista Luchino Visconti in una foto d’epoca. In basso, fotografat­a nel 1971 da Marisa Rastellini.
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 ??  ?? A sinistra, Florinda Bolkan, oggi 77 anni, fotografat­a a Parigi nel 1968. L’attrice brasiliana, interprete - tra gli altri film - di Anonimo Veneziano, è stata per vent’anni compagna di Marina Cicogna.
A sinistra, Florinda Bolkan, oggi 77 anni, fotografat­a a Parigi nel 1968. L’attrice brasiliana, interprete - tra gli altri film - di Anonimo Veneziano, è stata per vent’anni compagna di Marina Cicogna.
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 ??  ?? Sopra, nella foto di Giorgio Lotti, Marina Cicogna è tra Gina Lollobrigi­da, oggi 90 anni, e Jane Fonda, 80, a un party offerto dalla sua famiglia durante la Mostra del Cinema di Venezia nel 1967 (il nonno, il conte Giuseppe Volpi di Misurata, fu...
Sopra, nella foto di Giorgio Lotti, Marina Cicogna è tra Gina Lollobrigi­da, oggi 90 anni, e Jane Fonda, 80, a un party offerto dalla sua famiglia durante la Mostra del Cinema di Venezia nel 1967 (il nonno, il conte Giuseppe Volpi di Misurata, fu...
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