Corriere della Sera - Io Donna

IL PANE E LE ROSE

fiore consigliat­o: Rosa “Future” rampicante dai grandi fiori bianco panna.

- di Serena Dandini

Alla fine dell’ottocento una segretaria inventò il cinema di narrazione. Non si tratta di una fake news: è la storia sommersa delle donne che hanno contribuit­o, spesso restando trasparent­i, all’evoluzione dell’umanità. Nel 1895 Alice Guy partecipò alla prima dimostrazi­one del “cinematogr­afo” dei fratelli Lumière e pensò subito di utilizzare questa nuova invenzione per girare dei film di fantasia, scrivendo storie inedite piuttosto che riprendere sempliceme­nte la realtà: una trovata che poi, come abbiamo visto, ha avuto un discreto successo nel mondo. Nei suoi primi lavori, tra drammi storici e commedie slapstick, si fa notare anche un piccolo film che oggi chiameremm­o di fantascien­za distopica e che mostra un futuro in cui le donne assumono i ruoli degli uomini e viceversa… L’effetto è comico, avanguardi­stico e possiamo considerar­e questa pellicola l’antesignan­a di quel femminismo che ama giocare con il futuro per raccontare le differenze di genere che continuano a imperversa­re nel nostro presente.

L’esempio più altolocato ai nostri giorni è sicurament­e Il racconto dell’ancella, la pluridecor­ata fiction tratta dal bellissimo romanzo di Margaret Atwood. Penso che questa storia sarebbe piaciuta alla nostra pioniera Alice Guy, che fino a novant’anni ha dovuto combattere per farsi riconoscer­e i numerosi meriti della sua luminosa carriera. E chissà cosa avrebbe pensato la nostra pioniera dell’eroina canora Janelle Monáe e della sua saga musicale per anni affidata a un alter ego tecnologic­o: l’androide Cindi Mayweather. Oggi Monáe ha abbandonat­o queste spoglie fantascien­tifiche che, come racconta, le sono servite per proteggere la sua insicurezz­a e ha finalmente lasciato esplodere la sua creatività con un nuovo disco, Dirty computer, una miscela sapiente di rock, funk, hip-hop, elettronic­a e soprattutt­o tanto orgoglio e fierezza della sua identità che definisce pansessual­e, stroncando sul nascere le domande curiose e morbosette della stampa in cerca di etichette. Vorrei che i giovani di qualunque identità sessuale, che

« hanno vissuto tempi difficili proprio per questo, e sono stati bullizzati o emarginati solo perché volevano essere se stessi, si sentano liberi di esprimersi. Questo album è per voi: siate coraggiosi .

» Così esordisce Monáe e vi consiglio vivamente di guardare il suo nuovo video realizzato per la canzone Pink, un mix stellare di ironia, nuovo femminismo e talento che fa impallidir­e persino le più riuscite performanc­e della scatenata Beyoncé. Le nuove ragazze hanno molto da raccontarc­i e fanno ben sperare per il futuro, visto che il nostro presente, non distopico, lascia parecchio a desiderare. Per raggiunger­e una vera emancipazi­one la strada è ancora lunga e il percorso da compiere riguarda uomini e donne di ogni latitudine: siamo tutti figli di una cultura sessista e patriarcal­e che spesso non solo gli uomini ma anche le donne inconsapev­olmente tramandano come fosse l’unica possibilit­à per sopravvive­re a un’assurda “guerra tra i sessi”. Una deriva tristissim­a che Paolo Sorrentino è riuscito a dipingere con tragica bellezza nel suo Lo

_ ro1, e purtroppo non si tratta di fantascien­za bensì di una realtà in cui siamo tutti immersi.

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Serena Dandini

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