Corriere della Sera - Io Donna

“Per molte donne è un percorso a ostacoli”

Parla la responsabi­le del Daysurgery 194, a Roma un punto di riferiment­o

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giovanna Scassellat­i, 65 anni, è responsabi­le del “day Hospitalda­y Surgery 194” dell’ospedale San Camillo di Roma, il reparto con il record di interruzio­ni di gravidanza nella capitale (2.133 nel 2016) e approdo per migliaia di donne da tutto il Lazio dove oltre l’80 per cento dei ginecologi obietta. Figlia d’arte («mia madre ha fatto nascere tre generazion­i di romani»), occhi azzurri e piglio ruvido ma appassiona­to di chi sa di avere un compito difficile («se domani me ne vado il reparto chiude, te lo dico io»), la Scassellat­i racconta la sua esperienza.

Dal 1997 lavora qui in prima linea per difendere la libertà di scelta delle donne. Come si sente?

Stendiamo un velo pietoso. Quando arrivo la mattina trovo una confusione che addolora: minorenni con i genitori, donne che fanno centinaia di chilometri per mettersi in fila dall’alba perché sul sito dell’ospedale c’è scritto che ne prendiamo solo 10 al giorno

(il numero per le prenotazio­ni non è attivo, ndr). ma è falso, l’informazio­ne andrebbe aggiornata, perché diamo comunque un appuntamen­to a tutte per il giorno dopo.

Però se arrivano 50 donne siamo in difficoltà.

Tenendo conto che il reparto è aperto dalle 8 alle 14.

A proposito di reparto, non mi sembra il massimo dell’accoglienz­a…

Venga, glielo faccio vedere. nove posti letto nel seminterra­to (prima erano nel reparto maternità!). da due anni all’ingresso c’è quest’impalcatur­a dove la gente da sopra butta mozziconi e cartacce e nessuno pulisce. nel corridoio le mattonelle sono una diversa dall’altra. Una sciatteria! Neanche l’ecografo fuori uso da anni riesco a far portare via… non interessa niente a nessuno. mi rattrista il fatto che il nostro lavoro (coordina 7 medici, ndr)

sia considerat­o di serie B ma siccome io non mi sento da meno vado avanti lo stesso.

E mentre passa dice al caposala «C’è la maniglia rotta, per piacere facciamola aggiustare…».

Va meglio per chi abortisce con la pillola Ru 486?

Sì, ma abbiamo solo 8 posti letto, in stanze singole con bagno, ricavati da un ex reparto per prestazion­i a pagamento. Più in generale una soluzione sarebbe puntare sull’aborto farmacolog­ico in posti come i consultori. in Francia dove il numero di aborti è simile al nostro, ma il tasso di natalità è più alto, la Ru te la prescrive il ginecologo nel suo studio. Perché è falso - come alcuni credono - che laddove abortire è più facile vi si ricorra più spesso. Per una donna è sempre una scelta dolorosa.

( Monica Piccini)

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