Corriere della Sera - Io Donna
La melodia di Cecilia
Domenica pomeriggio, esco per raggiungere l’ultimo spicchio di mare prima di riprendere l’autostrada e tornare in città. Il sole è torrido e la melodia si fa più forte. La seguo rapita, è potente, sembra suonata dal vivo. Giro l’angolo, il portoncino in legno della chiesa è socchiuso. Entro. Sono in tanti, vestiti quasi da spiaggia, c’è un direttore che dà le indicazioni: è una prova generale, ma non sembrano dilettanti, la musica è da grande orchestra, saranno quasi una cinquantina. Attorno a me, in bermuda e copricostume, una piccola platea di mezza età segue sullo spartito scandendo i passaggi e muovendo le labbra.
“Chi siete?”, chiedo a una signora accaldata vicino a me. “Siamo il coro locale, veniamo dalle parrocchie della zona”. “Ma siete bravissimi!”, mi sfugge, un po’ incredula. “Certo, alcuni sono orchestrali del Carlo Felice di Genova, altri sono i ragazzi più bravi della zona. Stanno suonando la Messa solenne per santa Cecilia di Gounod. È da settembre che proviamo e ora canteremo per la prima volta con tutta l’orchestra, siamo così emozionate! È una musica stupenda, la ascolti insieme a noi”.
Ubbidisco, docile. Mi metto in un angolo della chiesa del ’600, dietro al gruppo di statue lignee del ’700, ad ascoltare una melodia dell’800 in mezzo ai due crocifissi dorati che sfileranno in processione settimana prossima. Me la godo con tutto l’entusiasmo di chi ha con la musica un rapporto istintivo, lasciandomi trascinare e commuovere. Santa Cecilia, la martire romana che cantava anche dopo che l’avevano arsa viva. Dovettero decapitarla con tre colpi di scure per farla smettere. La patrona della musica, delle orchestre e dei cantanti, che storie incredibili accompagnano la nostra storia!
Due turisti stranieri biondi e bruciati si appostano a bocca aperta, qualcuno nelle pause grida “Sublime!”, qualcun altro (un parente?) aggiunge “Celestiale l’arpa!”, un signore premuroso recupera un ventilatore anni Cinquanta in un bar per muovere l’aria, le signore si sventolano con gli spartiti.
Qualcuno ascolterà il concerto in pompa magna mercoledì sera, nella chiesa grande. Maa me piace così, scoperto per caso nel carrugio una domenica pomeriggio, ascoltato in un angolo, riflettendo su come questo paese di pazzi sia ogni volta capace di sorprenderci. Regalandoci generoso e noncurante squarci di una struggente bellezza.