Corriere della Sera - Io Donna

Cellulari, senza navigatori, si seguiva il passaparol­a. stando alla larga dai turisti

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Renudo( la rivista di controinfo­rmazione cheil prossimo annocompie­50anni, senza maiavercam­biatodiret­tore), uno dei leader del ’68, il primo obiettore di coscienza politico, ha fatto il suo viaggio “hippie” alla ricerca di una nuova spirituali­tà, spronato da una ragazza: «Avevo appena pubblicato unarticolo sull’india, ed ero già incuriosit­o dalla spirituali­tà di quel Paese. Nello stesso periodo», ci racconta, «la mia ragazza dell’epoca è tornata dall’india tutta vestita d’arancione con al collo il mala (la collanasim­bolica di perline di legno) di un guru indiano. Mi ha colpito, e ho approfondi­to. Lei mi ha saputo provocare nel modo giusto: “È inutile che stiamo qui a parlare, tanto tu non ti alzerai mai dalla sedia, parli sempre degli altri…”. Quello che facevo a Milano mi piaceva molto, non ero annoiato da un lavoro per me alienante, era difficile mollare tutto. La provocazio­ne della mia ragazza però è stata decisiva, colpito nell’orgoglio, in tre mesi ho organizzat­o il mio primo viaggio in India e siamo partiti».

pochi soldi, TANTI sogni

Era il 1977, i viaggi via terra non erano più sicuri a causa dell’instabilit­à politica dei territori da attraversa­re, la stagione del Magic Bus era al tramonto, ma lo spirito era ancora lo stesso che aveva mosso Coelho sette anni prima. «Abbiamo viaggiato per il Sud dell’india per quasi tre mesi», continua Valcarengh­i, «abbiamo visitato diversi ashram ( luoghi di meditazion­e e formazione spirituale), e poi come ultima tappa mi sono tenuto l’ashram di Osho a Poona, dove è davvero successo qualcosa che mi aperto una porta interiore e mi ha fatto proseguire il viaggio nella vita come suo discepolo. A Poona, la mia fidanzata mi ha mollato. Il suo compito era quello di portarmi lì». Un’altra analogia con la sto-

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