Corriere della Sera - Io Donna
La meta di ieri, l’itinerario più tortuoso di oggi
il viaggio della vita di un’intera generazione (anch’io l’ho fatto) è finito bruscamente nel 1979 quando la Rivoluzione islamica in Iran e l’invasione russa dell’afghanistan chiusero le vie di terra ai viaggiatori occidentali. Ripercorrere tutte le tappe di allora è impossibile. Ma si possono raggiungere l’india e il Nepal, mete imperdibili dell’hippie trail, con un itinerario alternativo toccando anche il Pakistan, tappa tradizionale di allora, al primo posto nella classifica dei Paesi da esplorare nel 2018 per una vacanza avventura secondo la British Backpacker Society. Da Milano e da Roma si arriva a Riga, la capitale della Lettonia, dove si prende il treno per Mosca che attraversa la zona del Volga, proseguendo fino al Kazakistan, lungo la Via della seta. Da qui in Uzbekistan a bordo di furgoncini collettivi si raggiunge il Kirghizistan fino alla regione cinese del Xinjiang, da cui si entra in Pakistan, sempre a bordo di taxi collettivi avventurandosi lungo la Karakoram Highway, che malgrado il nome altisonante è poco più di una mulattiera. Si attraversa a bordo di autobus il nord del Paese fino a Islamabad e si prosegue per Lahore, l’ultima città da cui poter raggiungere l’india via terra. Qui si percorre tutta la zona nord fino al Nepal, a bordo di mezzi vari e qualche tappa a piedi. Per continuare l’avventura, i più audaci dal sud dell’india possono salire su un cargo per Singapore (ottima la compagnia Bengal Lines) e arrivare a Kuala Lumpur, in Malesia, fino all’indocina.