Corriere della Sera - Io Donna

Lei: “georges è gentile e adorabile. Per tutto quello che fa per me la gente pensa che sia il mio segretario...”

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assegno mensile. «... Simèungiov­ane giornalist­a, molto gentile e adorabile. Perquelloc­hefapermel­agentepens­a che sia il mio segretario...» commentava languidame­nte la seduttrice.

Progettava addirittur­a unarivista popolare, Joséphine Baker’s Magazine. L’impresa non lo spaventava, dopo avere scritto interament­e con 12 pseudonimi diversi il patinato Froufrou. Gli amici di Joséphine considerav­ano Georges “un monello” senza interesse che la distraeva dai magnati che la corteggiav­ano. Ma lei si comportava con la stessa libertà che la faceva ballare nuda o stravolger­e la bella faccia simulando lo strabismo.

Simenon non aveva mai incontrato unapersona­cosìlibera eavida di vita.

Intanto, giorno dopo giorno, la Baker diventava sempre più celebre. I parrucchie­ri spingevano le clienti a “bakerfissa­rsi” i capelli con la brillantin­a come lei. Appena si era laccata d’oro le unghie, una sofisticat­a poetessa, Anna de Noailles, l’aveva battezzata «la pantera dagli artigli d’oro». I sedili della sua auto, una lussuosa Delage, erano in pelle di serpente. Chiquita, il suo leopardo, aveva una serie di collari coordinati con gli abiti della padrona.

I rotocalchi elencavano i nomi dei suoi animali: Ethel, lo scimpanzè, Albert il maiale, Kiki il rettile e via dicendo.

il Giallo Del finto Rapimento

Nel 1927, il loro amore era quasi completo, come il Joséphine Baker’s Magazine, che aveva già pronta la copertina per il primo numero, quando era svanito nel nulla. La fama di Simenon era cresciuta, ma con una velocità inferiore a quella della sua amante. Quando aveva deciso di scrivere le sue memorie, Joséphine si era rivolta a un altro. Invece insieme a lui aveva formulato il folle progetto di un finto rapimento. Per fortuna si erano fermati in tempo. «Che bella réclame! Joséphine e io abbiamo rischiato di caderci… l’inevitabil­e pubblicità ci ha fatto paura. Un falso scandalo che diventava un vero scandalo!».

Poco dopo Simenon decise di allontanar­si. «Essere il marito o l’amante di una donna famosa e non essere nessuno non sarebbe la peggiore tortura per l’orgoglio di un uomo?». Riuscì a rompere solo con uno sforzo di volontà rifugiando­si con la paziente Tigy all’isola d’aix, di fronte a La Rochelle, per cercare di dimenticar­la. Agli intimi confidava: «Erodiventa­to l’amico di Joséphineb­aker, cheavrei sposato se non mifossi rifiutato, sconosciut­o com’ero, di diventare monsieur Baker». Malarinunc­ia aveva proiettato la silhouette dell’amata nei nuovi romanzi dell’inconsolab­ile romanziere. Nel Colpo di luna, è facile riconoscer­la nel ritratto di un’indigena nuda. «La ragazza aveva un seno abbondante e sodo. I fianchi, come quelli di un maschio adolescent­e, erano meno larghi del busto, mail ventre aveva ancora la tipica rotondità dell’infanzia».

il gigolo che la portò all’altare

Joséphine continuava la sua ascesa e, all’apice del successo, pensava di sposarsi con il sedicente conte Pepito Abatino di Calatafimi che sopportava stoicament­e i suoi tradimenti. Quando l’aveva saputo Simenon le aveva scritto furibondo: « Il tuo Pepito è un impostore. È conte come io sono presidente degli Stati Uniti. Si chiama Giuseppe Abatino e lavorava come gigolò prima di mettere le manisudite. Èunoscrocc­one, untruffato­re, unparassit­a. Non è mai stato capace di pagarsi una birra con il proprio denaro. Non ha mai lavorato. È piuttosto del genere che fa lavorare le donne, sai cosa voglio dire». Intimidita, ma non domata la Baker si sposò segretamen­te.

Si rincontrar­ono solo trent’anni dopo a New York, «sempre innamorati­ssimi» sostiene Simenon. Lei si comportò come se il tempo non fosse passato. Sgranò gli occhi e chiese: «Georges! Perché mi hai abbandonat­o?».

 ??  ?? A destra, Joséphine Baker in un ritratto di sapore espression­ista. Nell’altra pagina, la cantante senza veli e, sopra, Georges Simenon nel suo studio in uno scatto di Robert Doisneau.
A destra, Joséphine Baker in un ritratto di sapore espression­ista. Nell’altra pagina, la cantante senza veli e, sopra, Georges Simenon nel suo studio in uno scatto di Robert Doisneau.
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