Corriere della Sera - Io Donna

RIDUCE L’APPETITO.

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Eliana Liotta

Il rumore secco dello schiaccian­oci ha scandito per secoli il ritmo lento delle case. Il profumo di gherigli e nocciole era familiare. Comenell’incipit del capolavoro di Gabriel García Márquez, L’amore ai tempi del colera: «Era inevitabil­e: l’odore delle mandorle amare gli ricordava sempre il destino degli amori contrastat­i». Oggi gli scienziati invogliano a tornare a quell’epoca in cui la frutta a guscio schioccava dauna mano all’altra. In un pistacchio, in una noce, pulsa un tesoro di sostanze chesi possono definire di lunga vita, senza timore di staccarsi dal rigore della scienza. Arachidi e pinoli sono come integrator­i naturali.

In più la frutta a guscio aiuta a dimagrire. Con tutti quei grassi, si chiede qualcuno? Ebbene sì. Edèla controprov­a di quanto sia insensato mettersi a stecchetto contando le calorie e senza tenere conto della qualità dei cibi.

SPUNTINI PER PLACARE LA FAME

Mangiucchi­are mandorle, si è visto in vari studi, fa sì che si riduca l’appetito. Per esempio, è emerso da una ricerca (pubblicata sullo European Journal of Clinical Nutrition) che consumarle tra colazione e pranzo sia servito ai partecipan­ti a controllar­e la voglia di cibo e a ridurre l’apporto calorico dei pasti successivi. La sazietà nasce da un meccanismo biochimico: la pancia, quando ve-

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