I forzati del posto fisso

Se quando si avvicina l’esodo si insinua in voi il dubbio di non aver pianificato le vacanze in modo intelligente. Se vi sembra che gli altri riescano sempre a trovare uno schema più furbo, evitando le settimane torride e ingolfate e surfando già abbronzati su quelle più libere e inutili. Se partite al venerdì sera, trovate le strade sgombre e capite che tutti gli altri hanno fatto venerdì corto, e ciao. Se alla domenica sera fate il sondaggio se sia meglio partire prima di cena, subito dopo cena o proprio all’ora di cena (ma qual è l’ora di cena?), e poi non trovate nessuno perché tutti gli altri ripartono al lunedì mattina per godersi il weekend fino in fondo.

Se, insomma, vivete la sgradevole sensazione di avere sbagliato qualcosa, di essere un po’ antichi e forse un po’ secchioni, ecco, la risposta è sì. È proprio così. È come quando devi fare una visita medica il giovedì alle 11 e mentre ti scapicolli sul percorso ufficio-dottore-ufficio ti accorgi che attorno a te c’è un mondo che passeggia, sorseggia il caffè, chiacchiera amabilmente e fa shopping nelle ore giuste.

Il modo di lavorare è cambiato: c’è chi ha detto basta, chi si è messo in proprio, chi ha fatto start up e chi ha preso uno scivolone verso il post lavoro. Chi è smart, lavora da casa, sfrutta meglio i device. Se li vedi compulsare in spiaggia, stanno facendo il budget. Se hanno gli occhi incollati sullo schermo, è la strategia 2019. Nessuno di noi, forzati del posto fisso, osi pensare che si tratta della gallery di scarpe su Instagram o del calcio mercato. Forse aveva proprio ragione il mio piccolo quando, a tre anni, mi chiedeva perché non lo andassi mai prendere all’asilo. “Amore, lavoro, non ce la faccio”. E lui, feroce: “Anche le altre mamme lavorano, ma prima”. Già, lenta e tarda, tontolona che non sono altro….

Tutti in coda alla domenica sera per il rientro dal weekend? Se la strada è libera, è perché molti si sono presi il lunedì mattina...