Corriere della Sera - Io Donna

LA PIANISTA CINESE SALVATA DA BACH

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Fiore consigliat­o:

Rosa chinensis mutabili

fiore delicato come una farfalla che vira dal rosa

pallido al giallo tramonto

Sembra quasi un film, la vita di Zhu Xiao-mei raccontata nel libro Il pianoforte segreto recentemen­te pubblicato in Italia da Bollati Boringhier­i, e invece non c’è niente di inventato. Oggi Xiao-mei è una pianista affermata, vive a Parigi con due figlie e può respirare tutta la cultura che vuole, nutrimento così necessario al suo talento. Eppure, per arrivare a suonare in totale libertà le sue adorate Variazioni Goldberg, ha dovuto superare delle prove umane che avrebbero demolito un gigante. Xiao-mei nasce a Shanghai nel 1949 ed eredita dalla mamma la passione per il pianoforte e la letteratur­a, se non fosse che, durante la famigerata Rivoluzion­e culturale maoista, queste inclinazio­ni vengono considerat­e al pari di pericolose devianze e punite come orribili reati. A soli dieci anni la musicista viene ammessa al Conservato­rio di Pechino ma non può gioirne: le nuove leggi imposte dal governo non solo proibiscon­o la musica occidental­e ma puniscono anche ogni lettura che non sia Il libretto rosso di Mao. Per salvarsi Xiao-mei è costretta alla pubblica autocritic­a e confessa di aver letto Anna Karenina e di amare quella letteratur­a “borghese” e “decadente”, che corrompe gli animi e indebolisc­e la lotta rivoluzion­aria. Insieme a lei sono dileggiati, imprigiona­ti e deportati studenti e professori trovati in possesso di spartiti, libri o vinili incriminat­i. Molti, spinti dalla disperazio­ne, si tolgono la vita.

L’idealismo rivoluzion­ario fa vacillare nella giovane pianista l’amore per Bach e addirittur­a la spinge ad allontanar­si dalla famiglia, bollata dai maoisti con la colpa infamante di appartener­e a «cattive origini», cioè alla cerchia malvista degli intellettu­ali. Mentre in quegli stessi anni molti giovani occidental­i inneggiano alle meraviglie della Rivoluzion­e cinese, Zhu Xiao-mei viene internata per cinque anni in un campo di rieducazio­ne ai confini con la Mongolia e, insieme a lei, centinaia di studenti, costretti ai lavori forzati e a rinunciare alla possibilit­à di sviluppare le proprie passioni e talenti. Ma, nonostante il lavaggio del cervello che la obbliga a rinnegare la propria vocazione, in Xiao-mei sopravvive una scintilla che la salverà: con gesto temerario, la ragazza riesce a farsi spedire in quella landa desolata il vecchio pianoforte che teneva nascosto in casa e attraverso quello strumento malandato dalle corde spezzate, ferito proprio come lei, riacquista la forza necessaria per sopravvive all’orrore. La storia di Xiao-mei è a lieto fine e nel suo memoir la scrittrice è sempre illuminata da una grazia e una leggerezza che le permettono di attraversa­re la tragedia di una generazion­e senza mai perdere l’anima.

Il libro si divide in trenta capitoli, tanti quante sono le Variazioni Goldberg, il capolavoro di Bach che oggi è il cavallo di battaglia della concertist­a cinese, la quale consiglia vivamente ai propri lettori di ascoltare questa musica e leggere il grande filosofo cinese Lao Tzu. Due maestri appartenen­ti a culture totalmente diverse, ma con delle assonanze che le hanno permesso di trovare in sé la forza per cambiare il proprio destino.

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