Corriere della Sera - Io Donna

Che scoperta, questa “Versailles”

La natura incontra l’arte nella villa lombarda set del servizio di moda

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la sua architettu­ra e le sue opere d’arte, a poca distanza da Milano, le valsero il nome di “Versailles lombarda”. Basta pensare alla statua di Tiberio nella Sala Museo, o all’affresco realizzato nella Sala dei Riceviment­i del piano nobile dai Fratelli Galliari, scenografi della Scala. Ma Villa Arconati, luogo di delizia acquistato da Galeazzo Arconati nel 1610, è questo e molto altro, tant’è che il suo giardino all’italiana con statue classiche e giochi d’acqua fu costruito seguendo lo studio del Codice Atlantico di Leonardo, donato poi - nel 1637 - dall’arconati alla Biblioteca Ambrosiana.

Oggi però è la FAR (Fondazione Augusto Rancilio) a riportare la Villa ai suoi antichi fasti e a restituirn­e il patrimonio ai cittadini che, numerosi, accorrono per visitare gli spazi aperti al pubblico. Come i 10 ettari di parco con sculture, le gallerie del fresco e il parterre alla francese, ma anche la Sala Rossa, le Scuderie o la Sala del Museo del piano terra; passando poi all’ala delle Signore o alla Sala da Ballo del piano nobile. L’occasione? Ogni domenica, potrebbe essere quella di unpic-nic, acquistabi­le in cestini da consumare nel parco... oppure brunch e aperitivi, che rendono Villa Arconati uno speciale luogo d’arte dal fascino conviviale. (V. R.)

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