Corriere della Sera - Io Donna
Quante (finte) intolleranze...
Più di una persona su cinque ritiene di avere un’allergia o un’intolleranza alimentare. A essere veramente allergico, però, è soltanto l’1-2 per cento degli adulti e circa il 5-10 per cento dei bambini. Quando ci si sottopone a uno dei tanti test disponibili (analisi del capello, test del riflesso cardio-auricolare ecc...), in realtà privi di basi scientifiche, sembra che tutti, o quasi, siano intolleranti a qualche cibo. Cosa che ha spinto la Società di allergologia e immunologia pediatrica (Siaip) e altre società scientifiche a fare chiarezza.
Gli esperti segnalano che la diagnosi può essere fatta solo con un corretto iter, che preveda l’eliminazione temporaneaelareintroduzione (test di scatenamento) dell’alimento sospettato dalla dieta e l’utilizzo di test diversi a seconda dei casi. Per esempio, i prick test cutanei, il dosaggio delle IGE (immunoglobuline) specifiche per gli alimenti e degli anticorpi per il glutine, il breath test per il lattosio. Lasiap mette inoltre in guardia dai test reclamizzati su internet, comequellochepromettedianalizzareildnaper scoprire intolleranze a centinaia di alimenti. «Non esiste la possibilità di dosare il Dna per diagnosticare un’intolleranza su centinaia di alimenti e nemmeno per uno solo. Solo per poche intolleranze (glutine, lattosio) è possibile, tramite indagini genetiche, individuare la predisposizione asvilupparle, cosabendiversa dall’averle» puntualizza Mauro Calvani, coordinatore della Commissione Allergia alimentare della Siaip. A.S. Presidente Fondazione Umberto Veronesi
e Direttore Divisione di Senologia Chirurgica allo Ieo