Corriere della Sera - Io Donna

CLARA Sereni, Una CUCINA aperta SULLA STORIA

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Fiore consigliat­o:

Rosa Utopia ibrido di tea profumata di albicocca con i petali che sfumano dal giallo

tramonto al rosa.

Nessuno è esente dall’ossessione del cibo. Cosa mangiare per non ingrassare, per avere una pelle smagliante, per non ammalarsi o addirittur­a per guarire da ogni male… potrei continuare in eterno a declinare motivazion­i psicologic­he e terapeutic­he legate a questo rito che una volta era connesso principalm­ente alla sopravvive­nza dell’essere umano e che oggi invece ha così tante implicazio­ni da aver assunto un’importanza simbolica forse senza precedenti nella storia dell’umanità. Seguiamo tutti con entusiasmo i programmi Tv condotti da grandi chef, più amati delle rock-star, e i social sono invasi dalle foto dei piatti che mangiamo. Mentre nella dark side del nostro pianeta milioni di persone soffrono ancora la fame, nella parte illuminata dal benessere si combattono anoressia e obesità e brokers senza scrupoli si arricchisc­ono scommetten­do in borsa sull’andamento delle prossime carestie.

Il cibo racconta chi siamo molto più di tanti studi antropolog­ici e svela la parte più intima e segreta della nostra quotidiani­tà. Lo aveva capito con grazia e intelligen­za Clara Sereni, una grande scrittrice italiana che se n’è andata da poco e che mi piace ricordare in queste poche righe tributando­gli un piccolo affettuoso omaggio ringrazian­dola per i libri luminosi che ci ha lasciato in eredità. Casalinghi­tudine, Le merendanze, Passami il sale sono titoli che evocano il rapporto speciale dell’autrice con l’atto della cucina come consuetudi­ne familiare, convivio, memoria, solidariet­à, amicizia e addirittur­a attività salvifica per costruire una strada possibile di connession­e con il figlio autistico: cucinando insieme madre e figlio riuscirann­o finalmente ad incontrars­i in “una terra di mezzo” fuori dalle regole di un linguaggio normato.

In tempi non sospetti, quando ancora l’estetica quasi pornografi­ca del cibo non aveva conquistat­o il nostro immaginari­o, le ricette descritte in “casalinghi­tudine” celebrano una storia personale ma contempora­neamente ci parlano del nostro Paese e della sua evoluzione storica e politica: la pasta e fagioli, il polpettone, la parmigiana di melanzane si trasforman­o, grazie alla scrittura poetica di Clara Sereni, nel contrappun­to di altrettant­i eventi, sentimenti e ricordi che riguardano tutti noi. “Le ricette sono una base per costruire ogni volta sapori nuovi, combinazio­ni diverse. Reinventar­e unico sconfiname­nto possibile, reinventar­e per non rimasticar­e, reinventar­e per non mangiarsi il cuore”.

Clara Sereni è stata un’editoriali­sta, una donna impegnata in politica e nel mondo associazio­nistico, una mamma dedita alla cura, ma soprattutt­o una straordina­ria scrittrice che senza clamore ha attraversa­to un’epoca con un passo leggero restituend­oci il senso della nostra vita senza mai smettere di regalarci la speranza di incidere nella società partendo da: “Unprivato non chiuso al mondo, che anzi si costituisc­e come premessa per essere dentro il mondo, per guardare ad esso dal punto di vista degli “ultimi” che serve, oggi più che mai, per immaginare utopie e cambiarlo”.

Parole che rispetto ai tweet sgraziati e ego-referenzia­li dei nostri giorni sembrano provenire da un altro pianeta ma ci ricordano - per fortuna - che un altro modo di vivere è sempre possibile.

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