Corriere della Sera - Io Donna

Come ridurre le liste d’attesa per visite ed esami

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Aspettare mesi o anni per una visita specialist­ica? Purtroppo capita, ma ci sono dei tempi massimi di attesa, stabiliti per legge, entro i quali la prestazion­e deve essere erogata. Nei casi di prima visita oncologica o ginecologi­ca, l’asl è tenuta a garantirla entro 30 giorni, se si tratta di un esame, come mammografi­a o tac, entro 60 giorni. I tempi massimi da rispettare per 58 prestazion­i, tra prime visite specialist­iche, esami diagnostic­i e interventi chirurgici, sono stabiliti dal Piano nazionale di governo delle liste d’attesa ( salute.gov.it).

«Se la Asl non assicura la prestazion­e nella struttura pubblica o convenzion­ata nei tempi previsti, si può chiederla in intramoeni­a pagando solo il ticket (legge n° 124/98)», dice Toninoacet­i, coordinato­re nazionale Tribunale diritti del malato. Per avviare la procedura serve presentare la richiesta (facsimile moduli su cittadinan­zattiva.it). Se non si accetta il primo appuntamen­to proposto dal Cup, decade il diritto al tempomassi­mogarantit­o. Senonsonop­revistitem­pimassimit­occaaspett­are?ilmedicopu­òindicares­ullaricett­arossadel Servizio sanitario i tempi in base alle condizioni di salute, e la Asl deve rispettarl­i.controllar­elacasella­spuntatane­ll’area“priorità dellaprest­azione”:usta per urgente, da fare entro 72 ore, B (breve) entro 10 giorni, D (differibil­e) visite in 30 giorni ed esami in 60, P (programmab­ile). Maria Giovanna Faiella

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