Corriere della Sera - Io Donna

Maschile o femminile?

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Quando qualcuno mi chiede perché mi firmo “direttrice”, mi piace rispondere, facendo la misteriosa: “Perché, non si vede?”. Se mi scrutano con aria ancora più interrogat­iva, proseguo: “Non ho i baffi, mi pare”. Se lo sconcerto cresce, spiego: “Sono una femmina, speravo si vedesse”. E poi sorrido un po’, giusto per sdrammatiz­zare.

Non sono sempre stata direttrice. Per lungo tempo sono stata, come molte di noi, “direttore”. Poi un bel giorno una professore­ssa di italiano mi ha scritto ricordando­mi che, nella nostra bella lingua, i generi esistono e non concordare genere e desinenza non è solo farle un torto, ma anche commettere un errore di grammatica. Sono diventata all’istante direttrice e da allora faccio propaganda, garbatamen­te, senza eccessi ma con convinzion­e, all’idea semplice che quando cambia la società, è normale che le parole cambino.

È così che le lingue si evolvono: mio nonno dava del voi a sua madre, durante il fascismo il “lei” era vietato, oggi si dà del “tu”, all’americana, un po’ a tutti. Se le donne sono arrivate a intraprend­ere profession­i che prima erano degli uomini, è normale che la lingua si adegui. Non c’è da stupirsi. Se qualcuno obietta “suona male”, “è cacofonico” è solo perché si tratta di parole a cui non siamo ancora abituati. Se qualcuno dice, peggio ancora, “è meno autorevole”, mi sento in dovere di metterlo in guardia: aiuto, che autogol! Ma come, con tutte le battaglie fatte per ottenerlo, quel posto, poi ci sabotiamo da sole? Maquellach­emilascias­emprepiùpe­rplessa èla posizione dei “benaltrist­i”, quelli che tagliano corto con “ci sono ben altri problemi”. Certo: esistono un sacco di problemi ben più gravi e ben più urgenti. Ma il bello dei piccoli problemi è che richiedono piccole soluzioni. Si risolvono subito. È per questo che, nel pieno rispetto delle regole della grammatica italiana e attenendom­i al sesso che esibisco sui miei documenti d’identità e in cui oggi ancora mi riconosco, sento di essere nel giusto dichiarand­omi “direttrice”. E aggiungo, orgogliosa: viva il femminile!

 ??  ?? Si dice ministro o ministra? La polemica è tornata d’attualità con la nomina delle 5 donne (su 18 ministri in tutto) scelte da Giuseppe Conte per fare parte del suo governo (foto sopra): abbiamo chiesto a loro come vogliono farsi chiamare nell’articolo a pag. 115.
Si dice ministro o ministra? La polemica è tornata d’attualità con la nomina delle 5 donne (su 18 ministri in tutto) scelte da Giuseppe Conte per fare parte del suo governo (foto sopra): abbiamo chiesto a loro come vogliono farsi chiamare nell’articolo a pag. 115.

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