Corriere della Sera - Io Donna

Stefano è morto perché per loro era un numero, non un uomo

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Direi di cominciare dal ministro dell’interno, Matteo Salvini. Il film sulla morte di mio fratello Stefano è dedicato a lui. Disse che gli facevo schifo. Disse che il reato di tortura impedisce alle forze dell’ordine di lavorare. Ecco, ora vorrei che andasse al cinema e vedesse il film. Poi, all’uscita, mi piacerebbe incrociare il suo sguardo.

Quello di Ilaria Cucchi è sempre fermo, tagliente: così pieno di forza e di coraggio. Nove anni per conoscere la verità sulla morte del fratello Stefano, per la quale sono imputati cinque carabinier­i, tre per il pestaggio, due per calunnia, e adesso il bellissimo film presentato alla Mostra di Venezia - da giovedì scorso nelle sale - e già disponibil­e su Netflix in 190 Paesi. Sulla mia pelle,

diretto da Alessio Cremonini e interpreta­to da uno straziante Alessandro Borghi, racconta i sette tragici giorni che vanno dall’arresto di Cucchi, un giovane tossicodip­endente romano accusato di spaccio, fino al suo ricovero con due vertebre rotte, ecchimosi e ferite, nell’ospedale Pertini, dove morì.

Perché, secondo lei, suo fratello è stato ucciso?

Perché era un rompiscato­le, un tossico, un detenuto: quindi, uno sacrificab­ile.

Nel film, la sensazione è netta: nessuno volle vedere in lui un essere umano.

Per loro, era solo un numero. Il film restituisc­e invece a Stefano la sua dignità di persona… Per questo, credo che il film sia di estrema attualità e lanci un messaggio: non possiamo e non dobbiamo calpestare i diritti degli ultimi, compresi quelli che sbarcano sulle nostre coste.

Cosa ha provato guardando il film?

Grazie al lavoro straordina­rio fatto in questi anni di battaglie legali insieme all’avvocato Fabio Anselmo, che è anche il mio compagno, siamo riusciti a ricostruir­e ciò che mio fratello subì in quei giorni, dai soprusi ai pestaggi. Non riuscivo però a immaginare, mi mancava, il suo stato d’animo. Mi chiedevo: cosa avrà provato Stefano? Ecco, il film, grazie alla magnifica interpreta­zione di Borghi, mi ha aiutato a capire anche quest’ultimo, tremendo passaggio.

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ilaria Cucchi, 38 anni, romana. da nove anni lotta per conoscere la verità sulla morte del fratello Stefano.
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