Corriere della Sera - Io Donna

Quanto ci manca la ricerca

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Un medicinale biotecnolo­gico pensato a partire dalla ricerca di base di una scienziata italiana, la premio nobel rita Levi montalcini, sviluppato in italia, dal gruppo farmaceuti­co dompè, prodotto in italia, nei nuovi e avanzatiss­imi siti a L'aquila, è partito alla conquista (anche) del mercato americano, dopo il prestigios­o via libera dell'autorità di Washington, la Food and Drug Administra­tion. basterebbe la vicenda del farmaco oxervate (che guarisce una malattia invalidant­e dell’occhio finora senza cura) per capire cosa significa per la società, il lavoro, il Pil, la salute, - il Paese - investire in ricerca. E cosa significa rinunciarv­i. L'allarme che si leva dal mondo scientific­o fatica a trovare interlocut­ori, di ricerca si è sempre parlato poco, c'è stato un momento di grande speranza in chiusura del governo renzi con lo stanziamen­to di fondi pubblici per 300 milioni, ma poi il tema sembra di nuovo scomparso dai radar. il nostro Paese spende in ricerca l’1,3% del Pil, contro una media leggerment­e superiore al 2% nella Ue, assai lontani dall'obiettivo europeo del 3% al 2020, e insignific­anti rispetto ad alcuni Paesi destinazio­ne di tanti "cervelli" italiani, come israele che per la ricerca spende il 4,3% del suo Pil. ma non c'è solo la questione degli investimen­ti. «Mai ci si sofferma sul reclutamen­to dei ricercator­i negli enti pubblici di ricerca - è il j'accuse di un ricercator­e in una lettera al Corriere - che sono, parimenti all'università, un campo minato sempre a rischio opacità e corruzione».

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