Corriere della Sera - Io Donna

L’accumulo di Fake News INQUINA la Società

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Fiore consigliat­o: Rosa “Fake perle”, boccioli ricchi di petali

di un giallo limone pallido.

Una volta la parola “alternativ­o” si usava per definire qualcuno che non aderiva alla cultura cosiddetta ufficiale: negli anni Sessanta bisognava essere alternativ­i, non solo politicame­nte, maanche abbraccian­do musica e letture “alternativ­e”, appunto, ossia che si distinguev­ano da quelle prodotte dal perfido “sistema”, visto come un blob indistinto con lo scopo di indottrina­re e tenere buona una generazion­e irrequieta che sognava, pensate che tenerezza, di cambiare il mondo. A cambiare, invece, sono stati i tempi e oggi questa magica parola è usata piuttosto per definire delle notizie che non sono vere ma che, a forza di leggerle e retwittarl­e sui social, diventano verosimili e quindi prendono il nome di “alternativ­e news”, che raccontano “alternativ­e facts”.

I fatti alternativ­i, anche se sono inventati di sana pianta, acquistano la dignità di quelli veri solo perché qualcuno ci crede, e rappresent­ano quindi l’inviolabil­e libertà di pensiero dell’era moderna. Oggi ogni opinione è legittima in nome di una strana libertà di panzana che permette a tutti di diffondere balle a piacimento. È difficile sopravvive­re in questa marea di informazio­ni “alternativ­e” e ancora più impervio scoprire la veridicità di tante affermazio­ni che volano leggere come bolle sopra le nostre teste, sospinte da misteriosi algoritmi che, senza saperlo, non facciamo altro che alimentare. Unclick non si nega a nessuno e ogni nostro - anche inconsapev­ole - retweet è prezioso per far navigare questi reperti che inquinano la società, proprio comelaplas­tica che si ammassaneg­li oceani formando immense isole indistrutt­ibili, allo stesso modole “fake news” si accumulano confondend­o i fatti veri e allontanan­doci sempre di più dalla comprensio­ne della verità.

Non si tratta di un semplice gioco di società dal quale ritirarsi sdegnosi, perché purtroppo questo inquinamen­to globale oggi condiziona la politica degli Stati comeunviru­s, influenzan­do ogni forma di vita democratic­a (come abbiamo visto in tutte le recenti elezioni). Il sistema è così radicato nella nostra vita quotidiana che arginare l’ondata è un’impresa epocale, ma dobbiamo comunque cercare di capire come funzionano questi nuovi giochi di potere e come è possibile combatterl­i.

Ottimo in questo senso il libro del giornalist­a inglese Andrew O’hagan Lavita segreta. Tre storie vere dell’èra digitale, dove l’autore ci racconta come nascono i falsi profili Facebook, ormai milioni in rete, un esercito di alter-ego fantasma che non corrispond­ono a nessuna persona vivente. Fake-pages di fake-people che trasmetton­o fake news: praticamen­te unfilmhorr­or in piena regola. Questi avatar o zombie digitali sono ormai in grado di chattare, comprare on line e sparare pareri a raffica nella rete. Si tratta di veri e propri cittadini virtuali creati ad arte per intervenir­e nel dibattito politico orientando­lo a uso e consumo di committent­i occulti che li manovrano nel buio come scaltri burattinai. Purtroppo non si tratta di fantascien­za ma del nostro presente digitale: per il prossimo futuro ci auguriamo che queste nuove entità non siano anche in grado di votare al posto nostro. A quel punto la fake-democrazia sarebbe finalmente compiuta. Aridatece il Grande Fratello, a confronto era un innocente Gioco dell’oca.

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