Corriere della Sera - Io Donna
Ci piacciono le pennellate di David Hockney, vorremmo vivere in uno dei suoi quadri, ma quando si tratta di un divano diventiamo timide e lo scegliamo beige. Quest’autunno, però, ci tenta con una carica di gialli, rosa, rossi e blu. Nel nostro SPECIALE DE
Tappeti fatti a mano da Paola Lenti, in Brianza, dove il colore è materia prima del progetto.
Blu elettrico, rosa e arancio dal catalogo della Rubelli Textile Collection 2019.
More is More, Memphis, Maximalism and New Wave Design
di San Valentino più bella di sempre l’ha scattata Jacob Sousa, un dipendente della L.A. Louver Gallery di Los Angeles. È il ritratto di due anziani signori che si tengono per mano, la cantante Joni Mitchell e l’artista David Hockney, centocinquantasette anni in due. Lei con un maglione gialloblu di Issey Miyake, lui che sembra evaso dal quadro alle sue spalle. Potere (anche) del guardaroba, la foto è subito diventata virale. Se Joni quel giorno avesse indossato un cardigan smorto, se David non fosse stato così sgargiante, non sarebbero stati così efficaci nel bucare gli schermi. Il colore giusto ci fa alzare il pollice e può far crescere l’indice di gradimento di ogni opera d’ingegno. In bianco e nero, come li aveva pensati Matt Groening, i
Simpson ci farebbero forse cambiare canale. E la poltrona “Proust” di Alessandro Mendini non sarebbe la “Proust” senza quel vestito a pennello in omaggio a Paul Signac. Alla cosmogonia variopinta di Mendini, affollata di totem policromi e creature arlecchino, il Groniger Museum, in Olanda, dedica la retrospettiva Mondo Mendini (fino al 5 maggio 2020). Aggiungiamoci che la Lake Como Design Fair, a fine settembre, era un percorso tra fucsia, blu, gialli, arancione e possiamo concludere che l’autunno del design ha avuto una partenza squillante.
Chissà se l’ondata di colore arriverà adesso nelle nostre case, a interrompere la dieta a base di beige e derivati che ci siamo autoprescritte. Con le pareti siamo più abituate a osare. Alcune sono diventate vere esperte: giocano con le carte da parati, comprano pitture di marca, sfogliano le cartelle colori con la professionalità di quando scelgono lo smalto per unghie, arrivando a distinguere a colpo d’occhio un “Rectory red” da un “Radicchio”. Non più esclusiva dell’imbianchino, le vernici stanno diventando sempre più cool. Negli Stati Uniti, “il colour coach” Martin Kesselman fa parlare di sé anche il New Yorker. In Francia, Mériguet Carrère arruola la star degli interni India Mahdavi per affidarle la sua prima Color Collection, 56 vernici firmate che lei si diverte a battezzare con nomi come “Je rougis” (arrossisco) o “Beaucoup trop”(davvero troppo)... Il colore è musica per gli occhi, non a caso parliamo di tonalità, note, accordi cromatici. Alberghi a tinte forti come il Palazzo Experimental Venezia, a Dorsoduro, ci catturano. Un libro di interni massimalisti ci colpisce più che un’elegante monografia desaturata. Ci incantiamo davanti alle pennellate di Natalia Goncharova a Palazzo Strozzi (Firenze, fino al 12 gennaio) e scarichiamo il filtro Instagram che ci trasforma in una sua opera d’arte per il tempo di un selfie.
Finché è un’avventura, o una parete, va bene. È la prospettiva di un legame duraturo a bloccarci: se dobbiamo scegliere il divano, o un armadio, diventiamo timide. Temiamo che la convivenza si riveli assillante. Per paura di sbagliare, preferiamo la sicurezza dei colori classici, neutri, di sicuro stile, che infatti i brand, per rassicurarci, continuano a mettere in catalogo. La prossima volta, forse, sarà diverso. Smetteremo di dirci che di colorato abbiamo già la nostra poltrona. Ordineremo un mobile di design bello come al solito e che ci mette anche allegria.
L’instagram
“Flowers - Toutes les couleurs de toutes les fleurs” di India Mahdavi.
La libreria “Nuage” di Charlotte
Perriand - Collezione Cassina I Maestri.
Natalia Goncharova Autoritratto con gigli gialli,