Corriere della Sera - Io Donna
60 candeline per il Festival dei Popoli
Fino al 9 novembre, a Firenze, è di scena il documentario: tornano i grandi maestri e arrivano nuovi talenti
Il candidato all’oscar Feras Fayyad (per Last Men in Aleppo) ci porta con The Cave nell’ospedale della Ghouta, Siria sud-occidentale, teatro nel 2018 di una terribile tragedia umanitaria. Il duo Pierre Bergé-yves Saint Laurent al lavoro in Celebration di Olivier Meyrou. E ancora, Silence sounds Good di Adriana Lopez-sanfeliu sul fotografo Elliott Erwitt e One More Jump di Manu Gerosa, storia di Jehad e Abdallah, atleti di parkour divisi dal destino e dal Mediterraneo. Jehad è ancora nella nativa Gaza, cresce la nuova generazione del Gaza Parkour Team. Abdallah si allena a Firenze. Sono solo quattro tappe del lungo viaggio per immagini che il Festival dei Popoli propone per la 60esima edizione. Per celebrare il compleanno anche la sezione speciale “Diamonds are Forever”, 20 titoli presentati nelle passate edizioni riuniti a comporre un collier di valore. Tra questi, Titicut Follies di Frederick Wiseman; Dont Look Back di D.A. Pennebaker e Les Enfants Jouent a la Russie di Jean-luc Godard. La retrospettiva è dedicata a Sergei Loznitsa.
Durante la crisi del
2009 il minatore Alija, profugo bosniaco in Slovenia, ancora abitato dai fantasmi del massacro di Srebrenica, viene incaricato di verificare lo stato di una miniera abbandonata. La scoperta che farà, terribile e indicibile per le autorità e gli abitanti del posto, riporterà a galla dolori che si credevano sepolti. Un passato in cui storia personale e storia nazionale si mescolano. Dal memoir del minatore Mehmedalija Alič, Nihče (“Nessuno”), un’ottima interpretazione dell’attore croato Leon Lucev. ✦✦✦✦