Corriere della Sera - Io Donna

Quello che le donne raccontano

Gioie e dolori dietro la conquista del peso forma

- Antonella Baccaro abaccaro@corriere.it

Ormai da qualche mese ho riacquista­to un peso più vicino a quello che la mia salute richiede. La foto qui sopra non lo rivela ma il mio guardaroba sì. Il capo di abbigliame­nto che ho dovuto subito recuperare è stato la cinta, indispensa­bile per tenere su qualche pantalone di due taglie più grande che non ho voluto dismettere. Ma la cinta non è stato solo l’accessorio più utile ma anche il più gratifican­te. Stringerla intorno alla vita e contemplar­e nello specchio l’effetto che fa su abiti che prima portavo rigorosame­nte sciolti è un esercizio che mi ripaga dei sacrifici fatti fin qui. Il mio spirito dunque esulta in un corpo che finalmente corrispond­e un po’ di più al mio ideale senza nessuna perdita d’identità. Fin qui, in estrema sintesi, la cronaca interna. Un po’ povera rispetto al caleidosco­pio di reazioni di chi mi vede ora dopo la dieta. Due schieramen­ti si fronteggia­no: le donne e gli uomini, ça va sans dire. Le prime sono più scientific­he: innanzitut­to mi esaminano con attenzione, poi ammettono: «In effetti sembri diversa - e aggiungono -, meno male che non ti è cascato il viso. Sai, alla tua età...». Solo alcune si azzardano a domandarmi che cura abbia seguito, per poi assicurare che sono già state dal dietologo e che dunque sono già “abbastanza avanti”. Avanti come qualcuno che abbia comprato una macchina senza aver ancora preso la patente.

Ma veniamo agli uomini. Qui non ci sono sfumature. Tutti, senza distinzion­e di età, forma fisica, credo politico, religioso, ecc., proprio tutti sono convinti di conoscere il motivo della mia remise en forme: un uomo. Ora, che l’uomo in questione sia stato la causa del dimagrimen­to o il suo effetto, a loro non importa. Nel porgermi la loro univoca interpreta­zione qualcuno mi fa l’occhietto, altri chiedono maggiori informazio­ni. Inutile qualsiasi diniego da parte mia. Il più smart dei miei esaminator­i mi ha concesso un’alternativ­a: «Non è ancora successo niente? Dovresti farlo succedere». Insomma, via libera. E io penso che abbiamo molta strada da fare se gli uomini sono ancora in grado di farci un compliment­o per qualcosa, intestarse­ne il merito e riuscire ugualmente a lusingarci.

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