Corriere della Sera - Io Donna

L’occasione per ricomincia­re

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violento. I cassetti li avrei spaccati tutti, certe volte; ma se me lo avessero detto nei primi anni del matrimonio con Arianna (nome di fantasia, come quelli delle altre persone citate, ndr) sarei scoppiato a ridere. L’ho sposata che era ventenne e non aveva occhi che per me. Io ne avevo otto in più di anni e lavoravo. Lei non più, aveva deciso di restare a casa e a me stava bene: eravamo felici. Ho fatto il mutuo, ho ristruttur­ato casa da solo e le ho detto “sì” quando alla sua richiesta “voglio un figlio” io avrei voluto dirle “no”. Non ero pronto. Avevo paura, appunto.

Per anni non abbiamo parlato delle percosse

Ma l’ho realizzato quando è rimasta incinta e la vedevo sempre più distante: a volte mi rifiutava, a volte pensava solo al bambino che nemmeno era nato. Ho iniziato in quei giorni ad arrabbiarm­i: urlavo. Poi Christian è nato e tutto è peggiorato: i soldi non bastavano più e ho iniziato a fare due lavori, quando tornavo a casa la sera speravo di parlare un po’ con lei e invece era sempre stanca, andava a letto alle undici di sera e a volte la trovavo abbracciat­a al bimbo: di me neanche si accorgeva. Sono diventato geloso, non lo accettavo ma sentivo che era così. Per sfogarmi le dicevo che spendeva troppi soldi per vestiti che il bambino avrebbe messo solo per pochi mesi. Le facevo il terzo grado per tutto ciò che comprava e se i conti non tornavano urlavo, urlavo. Una volta l’ho spinta e si è fratturata il coccige. Pian piano le ho tolto i soldi, alla spesa e ai vestiti ci pensavo solo io.

Un giorno però l’ho trovata con le tutine regalate dai suoi. Mi sono sentito umiliato, un uomo incapace di badare alla sua famiglia. Non ce l’ho fatta e ho cercato di ferirla: era una cattiva madre, incapace di cucinare, grassa, era una donna che mi faceva schifo. L’ho offesa così e ho continuato tutte le volte in cui mi veniva contro. La cosa più assurda era un’altra: il giorno dopo ogni lite dimenticav­amo tutto, si andava avanti come se nulla fosse.

Sono in crescita i centri che offrono agli uomini maltrattan­ti la possibilit­à di rieducarsi. Dai dati Istat appena pubblicati, istat/ it/violenzasu­lledonne, la rete conta 76 indirizzi in 16 Regioni.

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