Corriere della Sera - Io Donna

La prima borsa non si scorda mai

Nel 1995, Giorgio Armani lanciò una tracolla destinata a lasciare il segno. Oggi, quel modello torna in una collezione che guarda al passato per vestire il futuro

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Arthur Schnitzler i criteri di un’opera d’arte erano tre: armonia, intensità, continuità.

Virtù che nella moda si potrebbero attribuire a un abito... e perché no, anche a un accessorio, destinato a rimanere oggetto del desiderio per molti anni. Come? «Puntando su qualità ed essenziali­tà, posso dire di aver creato una borsa che, in modo estremamen­te naturale, raccontava e continua a raccontare la mia idea di stile

Per lo scrittore

A sinistra un ritratto di Giorgio Armani e, a destra, la nuova borsa “la Prima”. femminile». Così Giorgio Armani spiega il concept che sta dietro a “la Prima”, tracolla con cui il celebre stilista esordì nel mondo delle borse nel 1995 e che oggi torna a essere più attuale che mai. Con queste parole, infatti, Armani introduce su una pagina dedicata di Armani.com la nuova “la Prima”, presentata durante le sfilate milanesi di settembre: venduta per una settimana in anteprima online e in negozio, la riedizione della nota borsa sarà ufficialme­nte in vendita da metà novembre. Verrebbe spontaneo chiedere cosa, dal 1995 a oggi, non sia cambiato in quell’idea di stile femminile: «Le origini di quel pensiero tornano al 1975, anno in cui iniziò la mia avventura nella moda» spiega lo stilista. «Nel tempo molto è cambiato, perché il mondo è cambiato. A rimanere invariata è la mia idea che una donna possa esprimere la propria femminilit­à in modo libero, meno ovvio del previsto; che l’eleganza sia un gesto di sottrazion­e, che l’abito debba essere complice, sottolinea­ndo la personalit­à senza a prevaricar­la».

Si torna così all’abito... e più esattament­e alla giacca. Un capo iconico nell’universo Armani, il cui fascino scolpito ha conquistat­o anche questa borsa. La sua forza si ispira a quel magico capospalla, ripreso nelle due pinces laterali («Per regalare una rotondità immediata»), funzionali ma cariche di significat­o: «Le idee migliori ti colgono in un attimo.

Al tempo mi confrontai con mia sorella Rosanna e le sue amiche come già avvenuto con le giacche - per ottenere un punto di vista femminile. Questo dialogo mi aiutò a mettere a punto volumi e dettagli. Ho immaginato

“la Prima” con uno spirito eleganteme­nte pratico, che fu subito accolto con entusiasmo». Pensando agli anni Novanta, certo, molto è cambiato. Se ogni stagione ha oggi una nuova borsa di culto, tanti sono i modelli ambitissim­i solo perché indossati da qualche star; mentre sempre più persone pensano che una borsa “giusta” possa migliorare qualsiasi look: «Ma per me non è così. La chiave di tutto è l’armonia tra abito e accessorio e, per

Uno scatto d’archivio di Peter Lindbergh. questo, trovo che “la Prima” sia ancora così attuale dopo tanti anni». Campioness­a di versatilit­à, questa nuova collezione annovera anche lo storico modello in una versione rettangola­re, due bauletti e due clutch, perché, prosegue lo stilista, ogni occasione d’uso possa avere la sua declinazio­ne.

Come si rende una borsa così inconfondi­bilmente Armani? «Puntando sulla purezza del disegno, sulla nobiltà dei materiali e delle lavorazion­i. L’equilibrio è parte del mio gusto, qualcosa che raggiungo con naturalezz­a... con sinergia e armonia. Due vocaboli che spiegano il mio lavoro su abiti e accessori, che dovranno sempre dialogare: un percorso non casuale, che inizia già in fase di progetto».

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Un dettaglio di “la Prima” con pinces ispirate alla costruzion­e della giacca.

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