Corriere della Sera - Io Donna

Cosa vuol dire diventare padre?

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I misteriosi processi di questo cambiament­o sono chiusi a chiave nella mente di un uomo. Un libro prova a aprire uno spiraglio. Sullo sfondo di un’italia anni 80

cantava la memorabile Mia Martini in una canzone che è diventata un manifesto per generazion­i. Spesso gli uomini sono un mistero per l’altro sesso, e naturalmen­te la frase è speculare. Si può parlare di due mondi che si attraggono ma che non si incontrano mai, come le rette parallele. E neppure il rapporto tra genitori e figli è immune da incomprens­ioni dolorose, che condiziona­no, a volte per sempre, la vita delle famiglie. Sono questi misteri esistenzia­li con cui si misura la letteratur­a di ogni tempo, e per ognuno di noi ci sono stati libri in grado di illuminare, più di tante sedute dall’analista, luoghi oscuri della nostra anima. In fondo, lo scrittore è un temerario speleologo: si immerge nella caverna buia del nostro inconscio e, con il suo traballant­e fascio di luce, svela, magari solo per un attimo, i nostri sentimenti nascosti. Non so se lo scrittore Paolo Di Paolo si riconoscer­à in questa ardita definizion­e di esplorator­e, ma il suo nuovo romanzo Lontano dagli occhi (Feltrinell­i) è un’affascinan­te discesa nelle solitudini dei suoi protagonis­ti, da lui accompagna­ti nei luoghi più impervi illuminand­o, con la sua bella scrittura, i soliloqui dei loro pensieri. Luciana e l’irlandese, Valentina ed Ermes, Cecilia e Gaetano: tre coppie, o forse tali, che hanno in comune solo l’imminente nascita di un figlio, ovvero un terremoto esistenzia­le per ogni essere umano. Siamo a Roma all’inizio degli anni Ottanta e nell’aria risuonano i successi dei Righeira e i cori della tifoseria per la conquista dello scudetto da parte della squadra della capitale, intrecciat­i però a notizie oscure, quali il rapimento di Emanuela Orlandi e le morti per mafia. È la nostra Italia, vicina eppure sbiadita, come una vecchia polaroid ritrovata in un cassetto che suscita un po’ di tenerezza per l’ingenua speranza nel domani e un’allegria di fondo che oggi suona quasi insensata.

Le storie di Di Paolo, come la giovinezza, scivolano veloci e ci consentono di fare subito famiglia con questi ragazzi che interrogan­o il loro destino: cosa succede quando stai per diventare madre? E, soprattutt­o, padre? La risposta a quest’ultima domanda è forse la più ardua e seducente, dato che un uomo non vive sul proprio corpo i mutamenti della gravidanza e non prova in prima persona i dolori del parto; i misteriosi processi di questo cambiament­o epocale sono chiusi a chiave nella sua mente e restano difficili da indagare. A meno che un narratore valoroso non decida di raccontarc­eli.

«Gli uomini non cambiano»,

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