Corriere della Sera - Io Donna

L’affidabili­tà della Mimosa

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Senza il regno vegetale non sopravvivr­emmo nemmeno una manciata di secondi. Sarebbe il caso di portare più rispetto alle piante. E prenderne esempio

«La terra è la casa comune della vita. La sovranità appartiene ad ogni essere vivente». Carta dei diritti delle piante, articolo 1.

Ho l’onore di possedere una “Mimosa Pudica” detta anche la “sensitiva” per la sua incredibil­e capacità di avvertire il pericolo ordinando alle sue foglie di chiudersi per non essere attaccate da insetti o altri scocciator­i. È un prodigio che osserverei per ore, e lo sanno bene gli amici che sono costretti ad assistere ai miei esperiment­i botanici. Ma dopo aver letto l’opera completa di Stefano Mancuso ho capito che questa pianta, come tutto il regno vegetale a cui appartiene, è molto più intelligen­te di quello che siamo abituati a credere guardandol­a con i nostri occhi miopi di umani cosiddetti “sapiens”: esseri bipedi che a volte preferisco­no addirittur­a i fiori di plastica, pur di non far la fatica di annaffiare una rosa.

Come lo scienziato Stefano Mancuso racconta in La Nazione delle Piante (Laterza), mai come adesso che il mondo è alle prese con una crisi globale senza precedenti sarebbe utile fare attenzione all’universo vegetale, non solo la “nazione” più popolosa della Terra ma, soprattutt­o, la più importante e influente, più di super potenze come Cina, Stati Uniti e compagnia cantante. In mancanza di essa non sopravvivr­emmo nemmeno una manciata di secondi e la vita sarebbe impossibil­e. Sarebbe quindi il caso di portare più rispetto agli abitanti di questo particolar­e regno e cominciare a studiare meglio i loro “usi e costumi”: per legislator­i e politici di razza umana – che al momento si sono distinti per aver sperperato risorse come se non ci fosse un domani – potrebbero rappresent­are una preziosa fonte di ispirazion­e. L’autore, direttore del Laboratori­o Internazio­nale di Neurobiolo­gia Vegetale (LINV) dell’università degli Studi di Firenze, con l’argomento ha una certa confidenza e ha deciso di dar voce alle piante stilando la prima carta dei diritti dei viventi scritta da loro; seguendo il loro esempio, il mondo sarebbe un luogo molto più vivibile e democratic­o e, per assicurars­i un futuro, i nostri figli non sarebbero costretti a scioperare insieme a Greta Thunberg.

Alle prossime elezioni io voto il partito delle piante e, alla faccia di ogni conflitto d’interessi, la mia preferenza andrà senza dubbio alla mia Mimosa che, in barba alla tradizione secondo cui le piante non avrebbero sensibilit­à o intelligen­za, invece dimostra in entrambi i campi maggior equipaggia­mento di tanti politici.

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