Corriere della Sera - Io Donna
Nella dieta ha un ruolo sempre più marginale, eppure è indispensabile per regolare la pressione. Per fortuna ci sono le banane. E non solo
igliaia di anni fa, quando noi umani vagavamo su questa Terra raccogliendo e cacciando, ci nutrivamo con cibi che davano poco sodio e tanto potassio. Incredibile: oggi le proporzioni si sono invertite, tutto il contrario che nell’alimentazione paleolitica. La tavola degli italiani contiene addirittura il doppio di sodio, che compone il sale da cucina (cloruro di sodio), rispetto all’altro elemento, abbondante nel mondo vegetale. E proprio questo squilibrio,
Min antitesi al modo in cui ci siamo evoluti, contribuisce in modo determinante all’ipertensione. Come mai si verifica? Vuol dire che si esagera con gli alimenti trasformati e preparati, zeppi di sale nascosto. Vuol dire che non si mangiano a sufficienza frutta, verdura e legumi. Salame invece della zuppa di fagioli. Snack al posto della mela. Patatine fritte e non pomodori.
Ma ecco qualche risposta ai quesiti (legittimi) su un tema poco noto. Assumere più potassio riduce il rischio
Le diete che prevedono non solo una riduzione del sale ma anche un apporto maggiore di potassio sono più efficaci nel regolare la pressione rispetto ai regimi che propongono solo di tagliare il sodio, come ha provato lo studio Dash (Dietary Approaches to Stop Hypertension). Peccato che gli italiani assumano potassio in quantità insufficiente, spesso la metà di quel che dovrebbero (in media, appena più di 2 grammi al giorno contro i 3,9 raccomandati, come risul
Eliana Liotta giornalista, scrittrice e comunicatrice scientifica, tiene su iodonna.it il blog “Il bene che mi voglio”.
La consulenza scientifica è di Monica Giroli, nutrizionista del Centro cardiologico Monzino di Milano.