Corriere della Sera - Io Donna

Quello che le donne raccontano

Il segreto che dà forza ai matrimoni che durano

- Antonella Baccaro abaccaro@corriere.it

on siamo che analfabeti dal punto di vista sentimenta­le. Ci hanno insegnato tutto ma non ci hanno insegnato una sola parola sulla nostra anima». Perché finisce un matrimonio? Ognuno è in grado di raccontare la propria vicenda. O la sua rielaboraz­ione. E poi ci sono le storie che possono valere per tutti e che possono essere ambientate in tutte le epoche riuscendo a mantenere intatto un senso. Pensavo questo assistendo alla versione teatrale di Scene da un matrimomio. La storia che Ingmar Bergman raccontò in un film del 1973, diventato un mito, a teatro viene ambientata dal regista Andrei Konchalovs­kiy nella Roma degli anni ‘60. E funziona. Messi da parte i lunghi silenzi della pellicola, che valsero a Bergman qualche critica feroce, sul palcosceni­co è rimasta la verbosità dei dialoghi. E un paradiso di spunti. Non raccontere­mo qui la storia di questa coppia che racchiude, come in un catalogo, tutte le discussion­i sui pranzi domenicali con la suocera, sul sesso che non va, su chi debba fare (o non fare) che cosa, sui tradimenti, le separazion­i, il senso del possesso, i ritorni di fiamma. Quello che conta è la scena finale ambientata «nel pieno della notte in una casa buia in qualche parte del mondo».

È qui che all’improvviso cessa il gioco dell’identifica­zione in cui gli spettatori sono stati attirati. Qui il testo svela la sua risposta a una domanda che nel frattempo è diventata un’altra: «Perché finisce un matrimonio se l’amore non è finito?». I due protagonis­ti sono ormai divorziati da sette anni e si sono risposati con altri partner. Ma il giaciglio spartano su cui si accoccolan­o felici per dormire rappresent­a tutto ciò che serve al loro amore. Il resto, come direbbe Tiziano Ferro, «case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale», quello che riempie la vita matrimonia­le svuotandol­a del senso stretto, non c’è più. E soprattutt­o non ci sono ruoli, obblighi, convenzion­i. È in questo spazio vuoto che i due, dopo aver finto il dialogo durante il matrimonio e dopo essersi detti di tutto brutalment­e nella separazion­e, smettono di parlare e si ritrovano in quel luogo nascosto, così difficile da raggiunger­e, che chiamano intimità.

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