Corriere della Sera - Io Donna
Quello che le donne raccontano
Fino a quando continueremo a baciarci sotto il vischio
a serie di mesi con caldo da record cominciò nel giugno 2019. Quel mese, secondo Copernicus, il centro europeo per le previsioni meteo, fu il giugno più caldo mai registrato sul pianeta dal 1880, da quando esistono le rilevazioni scientifiche. Il termometro mondiale segnò 0,95 gradi centigradi in più rispetto alla media. Ma il mese seguente, luglio, fu peggio: per la Noaa, l’agenzia meteorologica statunitense, fu il mese più caldo da 140 anni a quella parte. Agosto proseguì la serie: fu il secondo più caldo di quegli ultimi 40 anni. E poi pure settembre, ottobre e così via. Fino a oggi. Mancano tre giorni al Natale e poiché quest’anno, il 2050, è stato dedicato, a livello mondiale, alla memoria delle nostre foreste, in casa abbiamo deciso che per una volta lasce
Lremo il presepino in cartapesta dei bistrisavoli in cantina e erigeremo un bell’albero di Natale tradizionale. I più piccoli sono già eccitatissimi: sono cresciuti tra cactus e palmizi e non hanno mai visto una conifera dal vivo. E non la vedranno nemmeno questa volta. Per fortuna l’ologramma dell’abete che proietteremo in salotto dovrebbe essere abbastanza verosimile. I vicini di casa, quelli ricchi, si sono potuti permettere la riproduzione naturale di un abete vero, con tanto di resina che stilla dai rami. L’altro giorno ho chiesto di poterlo annusare. Mi sono tornati in mente tutti i Natale in cui uscivamo con le tute. Ma non quelle ignifughe che usiamo adesso, quelle per la neve, che ora non esiste più. Per fortuna con la realtà virtuale possiamo simulare panorami innevati e freddo artico, ma non sono ancora riuscita a ritrovare nulla che riproduca fedelmente il suono della neve fresca calpestata.
Quest’anno il cenone di Natale lo faremo in collegamento virtuale con i nostri cugini che vivono nel piccolo continente: l’australia. Loro si annoiano terribilmente su una superficie terrestre così ridotta, circondata da tutta quell’acqua. Il prossimo anno ci verranno a trovare. Sempre che le tempeste globali lo consentano. Intanto, Buon Natale 2050 a tutti.
P.s. Si usa ancora dalle vostre parti baciarsi sotto un ramo di tamarindo?
P.p.s. I dati del primo paragrafo sono reali.