Corriere della Sera - Io Donna

Quello che le donne raccontano

Fino a quando continuere­mo a baciarci sotto il vischio

- Antonella Baccaro abaccaro@corriere.it

a serie di mesi con caldo da record cominciò nel giugno 2019. Quel mese, secondo Copernicus, il centro europeo per le previsioni meteo, fu il giugno più caldo mai registrato sul pianeta dal 1880, da quando esistono le rilevazion­i scientific­he. Il termometro mondiale segnò 0,95 gradi centigradi in più rispetto alla media. Ma il mese seguente, luglio, fu peggio: per la Noaa, l’agenzia meteorolog­ica statuniten­se, fu il mese più caldo da 140 anni a quella parte. Agosto proseguì la serie: fu il secondo più caldo di quegli ultimi 40 anni. E poi pure settembre, ottobre e così via. Fino a oggi. Mancano tre giorni al Natale e poiché quest’anno, il 2050, è stato dedicato, a livello mondiale, alla memoria delle nostre foreste, in casa abbiamo deciso che per una volta lasce

Lremo il presepino in cartapesta dei bistrisavo­li in cantina e erigeremo un bell’albero di Natale tradiziona­le. I più piccoli sono già eccitatiss­imi: sono cresciuti tra cactus e palmizi e non hanno mai visto una conifera dal vivo. E non la vedranno nemmeno questa volta. Per fortuna l’ologramma dell’abete che proiettere­mo in salotto dovrebbe essere abbastanza verosimile. I vicini di casa, quelli ricchi, si sono potuti permettere la riproduzio­ne naturale di un abete vero, con tanto di resina che stilla dai rami. L’altro giorno ho chiesto di poterlo annusare. Mi sono tornati in mente tutti i Natale in cui uscivamo con le tute. Ma non quelle ignifughe che usiamo adesso, quelle per la neve, che ora non esiste più. Per fortuna con la realtà virtuale possiamo simulare panorami innevati e freddo artico, ma non sono ancora riuscita a ritrovare nulla che riproduca fedelmente il suono della neve fresca calpestata.

Quest’anno il cenone di Natale lo faremo in collegamen­to virtuale con i nostri cugini che vivono nel piccolo continente: l’australia. Loro si annoiano terribilme­nte su una superficie terrestre così ridotta, circondata da tutta quell’acqua. Il prossimo anno ci verranno a trovare. Sempre che le tempeste globali lo consentano. Intanto, Buon Natale 2050 a tutti.

P.s. Si usa ancora dalle vostre parti baciarsi sotto un ramo di tamarindo?

P.p.s. I dati del primo paragrafo sono reali.

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