Corriere della Sera - Io Donna

A ciascuna, la sua seconda pelle

Nove sfumature per esaltare ogni incarnato. In una formula che associa maquillage e soin

- Di Nicoletta Civardi

Pelle radiosa e fresca e una texture impercetti­bile sono le promesse del nuovo fondotinta Phyto-teint Ultra Éclat firmato Sisley. Abbiamo chiesto a Paolo Da Re, make up artist Sisley Paris, di parlarcene.

Quali sono le caratteris­tiche che lo rendono speciale?

Innanzitut­to è un vero e proprio trattament­o. La formula, arricchita con un attivo speciale, l’estratto di semi di grano saraceno, svolge un’azione antiossida­nte e di protezione dalle polveri sottili.

Per quali tipi di incarnato è stato pensato?

Questo fondotinta è un prodotto versatile, capace di soddisfare tutti i toni, dal più chiaro al più scuro. Nove sono le tonalità, suddivise in quattro gruppi: “Vanilla” per la pelle molto chiara; “Ivory”, “Soft Beige” e “Sand” per la chiara; “Natural”, “Apricot” e “Honey” per quella media; “Golden” e “Amber” per la scura. Se si vuole ottenere una base più coprente e modulabile, suggerisco di applicare il fondotinta una seconda volta: grazie alla texture innovativa, il risultato sarà comunque molto naturale, quasi impercetti­bile.

Come si utilizza?

Si può stendere sia con il pennello sia con le dita: se applicato con i polpastrel­li, l’effetto finale sarà più naturale e trasparent­e, se usato con il pennello si otterrà una base più uniforme. In ogni caso, i pigmenti soft focus contenuti nella formula agiranno come prismi per riflettere la luce in tutte le direzioni. Il mio suggerimen­to è di stendere il fondotinta con le dita solo nella zona centrale del viso (fronte, naso e mento), per mantenere la radiosità nell’arco delle otto ore.

E prima dell’applicazio­ne?

Una buona detersione è fondamenta­le, cui far seguire un esfoliante come Crème Gommante di Sisley (elimina le impurità) e infine un idratante specifico. Per le occasioni speciali, prima di Phyto-teint Ultra Éclat, utilizzo sempre tre gocce di Sisley Double Tenseur, gel fresco ultra sensoriale dall’effetto tensore e liftante immediato.

ssere buoni è superare la forza di gravità» scrisse Anna Maria Ortese. Ci svincoliam­o dai lacci che vorrebbero incatenare l’ego a se stesso e voliamo verso gli altri. Si potrebbe dire che l’essenza della natura umana più evoluta è qui, nella sua apertura al mondo. Non è un discorso natalizio, anche se le festività possono essere uno spunto per riflettere sul senso dei riti e della vita. Non è nemmeno una riflession­e religiosa, ma una constatazi­one che proviene dalla scienza.

«ELa spinta a farsi carico degli altri affonda le sue radici nella notte dei tempi. Risalgono a oltre trentamila anni fa le tracce che documentan­o pratiche di assistenza a individui investiti da una fragilità, come i resti di persone sopravviss­ute a fratture rovinose, ricomposte da un proprio simile.

Accende la gioia

In un’indagine recente, apparsa su una rivista prestigios­a come Nature, neuroecono­misti tedeschi, svizzeri e americani hanno indagato i meccanismi

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