Corriere della Sera - Io Donna
A ciascuna, la sua seconda pelle
Nove sfumature per esaltare ogni incarnato. In una formula che associa maquillage e soin
Pelle radiosa e fresca e una texture impercettibile sono le promesse del nuovo fondotinta Phyto-teint Ultra Éclat firmato Sisley. Abbiamo chiesto a Paolo Da Re, make up artist Sisley Paris, di parlarcene.
Quali sono le caratteristiche che lo rendono speciale?
Innanzitutto è un vero e proprio trattamento. La formula, arricchita con un attivo speciale, l’estratto di semi di grano saraceno, svolge un’azione antiossidante e di protezione dalle polveri sottili.
Per quali tipi di incarnato è stato pensato?
Questo fondotinta è un prodotto versatile, capace di soddisfare tutti i toni, dal più chiaro al più scuro. Nove sono le tonalità, suddivise in quattro gruppi: “Vanilla” per la pelle molto chiara; “Ivory”, “Soft Beige” e “Sand” per la chiara; “Natural”, “Apricot” e “Honey” per quella media; “Golden” e “Amber” per la scura. Se si vuole ottenere una base più coprente e modulabile, suggerisco di applicare il fondotinta una seconda volta: grazie alla texture innovativa, il risultato sarà comunque molto naturale, quasi impercettibile.
Come si utilizza?
Si può stendere sia con il pennello sia con le dita: se applicato con i polpastrelli, l’effetto finale sarà più naturale e trasparente, se usato con il pennello si otterrà una base più uniforme. In ogni caso, i pigmenti soft focus contenuti nella formula agiranno come prismi per riflettere la luce in tutte le direzioni. Il mio suggerimento è di stendere il fondotinta con le dita solo nella zona centrale del viso (fronte, naso e mento), per mantenere la radiosità nell’arco delle otto ore.
E prima dell’applicazione?
Una buona detersione è fondamentale, cui far seguire un esfoliante come Crème Gommante di Sisley (elimina le impurità) e infine un idratante specifico. Per le occasioni speciali, prima di Phyto-teint Ultra Éclat, utilizzo sempre tre gocce di Sisley Double Tenseur, gel fresco ultra sensoriale dall’effetto tensore e liftante immediato.
ssere buoni è superare la forza di gravità» scrisse Anna Maria Ortese. Ci svincoliamo dai lacci che vorrebbero incatenare l’ego a se stesso e voliamo verso gli altri. Si potrebbe dire che l’essenza della natura umana più evoluta è qui, nella sua apertura al mondo. Non è un discorso natalizio, anche se le festività possono essere uno spunto per riflettere sul senso dei riti e della vita. Non è nemmeno una riflessione religiosa, ma una constatazione che proviene dalla scienza.
«ELa spinta a farsi carico degli altri affonda le sue radici nella notte dei tempi. Risalgono a oltre trentamila anni fa le tracce che documentano pratiche di assistenza a individui investiti da una fragilità, come i resti di persone sopravvissute a fratture rovinose, ricomposte da un proprio simile.
Accende la gioia
In un’indagine recente, apparsa su una rivista prestigiosa come Nature, neuroeconomisti tedeschi, svizzeri e americani hanno indagato i meccanismi