Corriere della Sera - Io Donna

76 Viaggi. Engadina

Musei privati, gallerie, fiere esclusive. La valle chic punta sulla cultura. E attrae i collezioni­sti tra le montagne ritratte da Segantini

- Di Mariangela Rossi

Chesa Futura (2002), l’edificio rivestito di larice e progettato da Norman Forster nei pressi di Sankt Moritz.

In principio furono artisti del calibro di Giovanni Segantini, Alberto Giacometti, Joseph Beuys, prima dell’arrivo di Bruno Bischof berger, il mercante svizzero che portò la pop art americana in Europa e qui aprì la prima galleria nel 1963. Grazie a loro, ma anche all’aria pura, al punto di vista elevato - come sostiene il famoso scultore locale Not Vital - ai ritmi più lenti rispetto alla città e al beau monde internazio­nale che vi gravita, fatto sta che l’arte ha ufficialme­nte conquistat­o l’engadina. Una destinazio­ne non solo di sci e natura, con 364 chilometri di piste, laghi ghiacciati, panorami bianchi, piccoli villaggi e un sipario di boschi a far da sfondo. Oggi si va alla scoperta di un’altra Engadina, con una chiave di lettura più insolita e contempora­nea.

Shopping d’autore in vacanza

Sulla scia delle grandi fiere d’arte statuniten­si che si svolgono in mete turistiche esclusive, tra cui Aspen, Miami e gli Hamptons, anche in questa valle svizzera, uno dei luoghi più amati da sempre per il turismo invernale, sono nate rassegne che richiamano collezioni­sti, curatori, critici e appassiona­ti da tutta Europa. Tra i prossimi appun

tamenti, E.A.T. (Engadin Art Talks), programma di incontri sull’arte e architettu­ra, il 25 e 26 gennaio a Zuoz, dedicati al tema “Silent – Listen”, e Nomad Circle, esposizion­e itinerante, dal 6 al 9 febbraio a Chesa Planta, ex residenza aristocrat­ica in stile engadinese a Samedan, che risale al 1595. Ricca di sorprese. D’arte, ovvio. «Ci piace che il pubblico si senta come a casa, ecco perché ognuna delle gallerie presenti arreda la propria stanza come fosse una dimora privata e intima. Sala da pranzo, libreria, cucina. Ma con opere e oggetti di arte contempora­nea» spiega Giorgio Pace, co-fondatore di Nomad Circle, insieme a Nicolas Bellavance­lecompte. Insieme all’autrice e storica dell’arte Dora Lardelli, Pace ha curato il nuovo libro illustrato St. Moritz Chic, pubblicato da Assouline.

Après-ski tra castelli e sale espositive

In Engadina l’arte esce dai luoghi canonici e si respira ovunque. Negli hotel, per le strade, in antiche dimore, castelli o ex fienili ristruttur­ati. L’après-ski più curioso, tra una cioccolata calda al Café Hanselmann a Sankt Moritz o un tè alla Pasticceri­a Klarer a Zuoz, è un tour tra le gallerie d’arte della zona, la cui associazio­ne ha creato una mappa e un itinerario dedicato, Engadin Art Guide. Nel cuore di Sankt Moritz, alla Galerie Karsten Greve, sino al 1° febbraio 2020, si ammira la mostra di Joel Shapiro, lo stesso autore della mega installazi­one in bronzo in via Maistra, e si fa tappa poi nei tre piani di Hauser & Wirth e alla Vito Schnabel Gallery, fondata dal figlio del celebre Julian. A Madulain, invece, si visita La Stalla, ex scuderie del 1488 oggi diventate sale espositive, mentre a S-chanf, delizioso paesino a circa 30 minuti di distanza, si curiosa alla Galerie von Bartha, un cubo bianco in un antica casa del XVI secolo, e nella vicina Zuoz alla Galerie Tschudi, in un vecchio fienile con doghe di legno che lasciano entrare la luce tra le opere. A effetto sorpresa. «L’engadina è il centro del mondo» afferma con campanilis­mo l’artista Not Vital, originario di Sent che nel 2016 ha acquistato il Schloss Tarasp a Scuol, castello millenario della famiglia von Hessen, aprendolo al pubblico e trasforman­dolo in uno spazio d’arte fruibile da tutti. Ma oggi c’è un altro museo privato: l’imprenditr­ice e collezioni­sta Grazyna Kulczyk, considerat­a la donna più ricca della Polonia, ha trasformat­o un monastero abbandonat­o del XII secolo nel Muzeum Susch, a circa 40 minuti da Sankt Moritz: un paradiso di arte contempora­nea e sperimenta­le scavato nella roccia della montagna, 1500 metri quadri che facevano parte di un birrificio. Grande è la sua attenzione all’arte femminile, meglio se emergente: sino al 28 giugno si visita la mostra Up to and Including Limits: After Carolee Schneemann, 13 talenti che dialogano con le opere dell’artista americana.

In questa valle si respira arte ovunque. Negli hotel, per le strade, in manieri, antiche dimore o ex fienili ristruttur­ati

L’artista è di casa

Se l’arte ha conquistat­o Sankt Moritz e l’engadina in genere, è vero anche il contrario. La sua ricca storia culturale è costellata da figure di grande rilevanza, di ieri e di oggi, originari del luogo o habitué, che ne sono state affascinat­e e ispirate. Se ieri era Giovanni Segantini, il maggior divisionis­ta italiano, con atelier a Maloja e un museo, oltre che un sentiero, a lui dedicati, e altri celebri intellettu­ali tra cui Friedrich Nietzsche e Thomas Mann, oggi sono nomi come Gerhard Richter,

Richard Long e Julian Schnabel qui spesso a creare e a svernare. Qualcuno vi ha anche messo su casa. Come l’artista concettual­e e designer Rolf Sachs, figlio del miliardari­o e playboy tedesco Gunter, che, mentre il padre si dava alla dolce vita negli anni ’60 nella sua Penthouse al Badrutt’s Palace, da anni vive nell’ex Stadio Olimpico, pietra miliare dell’architettu­ra Bauhaus e talmente attivo nella scena culturale del luogo da essere definito “Mr. Sankt Moritz”. «Ne amo soprattutt­o la luce. Chiara come il cristallo, come se l’orizzonte fosse tagliato con le forbici» commenta Sachs. A proposito di architettu­ra, anche sir Norman Foster, che ha firmato vari progetti in Engadina, tra cui Chesa Futura, il bio edificio d’avanguardi­a rivestito in tasselli di larice che virano di colore, si è qui riservato un attico. «È il luogo ideale per ricaricare le batterie» confessa.

A cena con il designer

Piste di sci a parte, non è raro incontrare artisti, designer e la tribù dell’arte. A Sankt Moritz si ritrovano per cena al Chesa Veglia, indirizzo storico con atmosfera alpina, o nei più contempora­nei e modaioli Matsuhisa e Balthazar, quest’ultimo di proprietà di Allegra Gucci, mentre a Zuoz si fermano per bere qualcosa al Rote Bar, firmato dall’artista Pipilotti Rist all’interno dell’hotel Castell, e a S-chanf, invece, soggiornan­o, se privilegia­no le atmosfere più intime. Qui, a Villa Flor, hotel come una casa privata dal XVII secolo, in un mix di Art Nouveau, stile engadinese e modernismo, con solo sette camere e interni di arte, tra cui le opere, sino al 7 aprile 2020, di Nathalie du Pasquier, è spesso di casa lo stesso Julian Schnabel. Fuori dal palazzotto spicca una scritta d’epoca: “Se non fossi questa casa, sarei quel lago”. In sintesi, quieto, riflessivo e lontano dalla mondanità. I due volti dell’arte in Engadina.

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 ??  ?? Il Museum Susch, a Susch (Zernez).
Il Museum Susch, a Susch (Zernez).
 ??  ?? Il Castello di Tarasp, museo privato dell’artista engadinese Not Vital.
Il Castello di Tarasp, museo privato dell’artista engadinese Not Vital.
 ??  ?? Sopra, l’hotel Villa Flor, a S-chanf.
Sopra, l’hotel Villa Flor, a S-chanf.
 ??  ?? Francesco Clemente: Clouds, presso la Vito Schnabel Gallery, a Sankt Moritz.
Francesco Clemente: Clouds, presso la Vito Schnabel Gallery, a Sankt Moritz.
 ??  ?? L’artista Joel Shapiro.
L’artista Joel Shapiro.
 ??  ?? Sopra, la Galleria Hauser & Wirth, a Sankt Moritz.
Sopra, la Galleria Hauser & Wirth, a Sankt Moritz.
 ??  ?? Sotto, il borgo di Madulain.
Sotto, il borgo di Madulain.
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