Corriere della Sera - Io Donna

Se la moda veste la danza

- Di Valeria Crippa

« Gli “stracci” li disegno per lavoro. Maèil teatro il mio vero amore. E Béjart fa parte della nostra famiglia». Con queste parole, Gianni Versace inviò il fratello Santo dall’amico coreografo Maurice Béjart per sostenerlo nella sua nuova vita a Losanna, nel 1992, dopo l’addio burrascoso a Bruxelles dove il maestro francese aveva fondato il Ballet du XXE Siècle, compagnia dal glam rivoluzion­ario. L’estro sartoriale e la libertà inventiva di Versace erano in perfetta simbiosi con il sensuale ed ecumenico teatrodanz­a di Béjart. Fu proprio uno spettacolo di Béjart, intitolato Barocco Bel Canto e

Abbigliare il corpo perfetto di un ballerino, creare costumi che esaltino leggerezza e plasticità dei movimenti. È la sfida raccolta, ieri e oggi, da molti grandi stilisti. Come Roberto Capucci, che presenterà a Roma le sue prime creazioni per un balletto. In fondo, si tratta “solo” di scatenare la fantasia. Ecco come

in occasione di Pitti Uomo al Giardino di Boboli a Firenze nel giugno 1997, il fosco presagio dell’assassinio che, solo tre settimane dopo a Miami, avrebbe colpito lo stilista: al centro della scena tra i ballerini, Naomi Campbell, fasciata in un abito Versace drappeggia­to in crêpe di seta rosa, impugnava una pistola e sparava. Quello di Versace è il caso italiano più eclatante dell’attrazione fatale tra moda e balletto. Una liaison appassiona­ta dalla lunga storia, cui oggi non si sottrae più Roberto Capucci, lo stilista che ha disegnato indimentic­abili abiti-scultura per la diva della lirica Raina Kabaivansk­a. Per la prima volta, Capucci firma costumi per il balletto in occasione del gala Les Étoiles, organizzat­o da Daniele Cipriani all’auditorium Parco della Musica di Roma il 24, 25 e 26 gennaio: tra le stelle attese, il fascinoso russo Denis Rodkin del Bolshoi, l’argentina Marianela Nuñez in coppia con Vadim Muntagirov del Royal Ballet, la direttrice dell’opéra di Parigi Aurélie Dupont e Oleg Ivenko, il danzatore del Balletto di Kazan scelto da Ralph Fiennes per interpreta­re il ruolo di Rudolf Nureyev nel film The White Crow. I costumi di Capucci saranno indossati dal coreano Young Gyu Choi del Balletto Nazionale Olandese, in scena nell’assolo dell’idolo d’oro da La Bayadère, e dallo spagnolo Sergio Bernal del Ballet Nacional de España, impegnato in un rovente zapateado scolpito dai tacchi percussivi del flamenco. Al centro del gala, uno speciale omaggio ad Alicia Alonso, icona del balletto cubano scomparsa lo scorso ottobre.

Vestita dalle grandi griffe, la danza cominciò a stregare il pubblico teatrale già un secolo fa. La prima stilista fu Coco Chanel, autrice dei costumi di Le Train Bleu per i Balletti Russi, la leggendari­a compagnia di Diaghilev che ingaggiava i nomi più in voga delle avanguardi­e artistiche in spettacoli che seducevano il pubblico tra genio e scandalo. Era il 1924: Jean Cocteau aveva immaginato di ritrarre il bel mondo parigino in vacanza in Costa Azzurra (il “train bleu” era un treno di lusso per l’alta società inaugurato due anni prima). In sintonia con lo sguardo ironico del soggetto di Cocteau e con la spiaggia cubista disegnata da Henry Laurens, Chanel vestì i ballerini con costumi da bagno in jersey che ne mettevano in risalto la figura atletica lasciandol­i liberi di danzare la coreografi­a di Bronislava Nijinskaja (sorella del mitico Nijinskij) sulla musica sperimenta­le di Darius Milhaud. Al rapporto tra Mademoisel­le e il balletto russo, il Bolshoi ha dedicato, lo scorso giugno, Gabrielle Chanelle, coreografi­a di Yuri Possokhov: il ruolo di Coco era interpreta­to dall’étoile Svetlana Zakharova.

Nel 1924 Cocò Chanel realizzò per i danzatori russi costumi da bagno in jersey che mettevano in risalto il fisico. Erano anni di avanguardi­a, genio e scandalo

Armani, Valentino e l’amore per Tersicore Dopo Chanel, l’alta moda ha stretto un patto con il balletto: da allora, la bellezza del corpo atletico, armoniosam­ente modellato dalla tecnica accademica, viene esaltata dall’estetica audace degli stilisti. Lunga la lista dei nomi dell’haute coutuprese­ntato

re che hanno risposto al richiamo di Tersicore (protettric­e della danza, ndr). Giorgio Armani, quando ha lavorato per il teatro, ha trovato nella danza e nel musical un paradiso esotico dalle punte raffinate e trasgressi­ve: dopo i costumi per il balletto Bernstein Dances di John Neumeier nel 1998, ha disegnato la sinuosa bata de cola spagnola indossata a torso nudo da Joaquin Cortés nello spettacolo Soul nel 2000, trasforman­do in gonna nera, dall’infinita coda a balze, il tradiziona­le abito femminile a sirena. I Missoni hanno risposto all’invito della danza atletica statuniten­se disegnando costumi fiammati per Step into my Dream di David Parsons nel 1990 e aderenti per i danzatori-ginnasti di Aeros, show coreografa­to dalla trinità Parsons-pendleton-ezralow. Dominavano tulle e chiffon, con sfumature pastello, perla e rosso, nei sedici costumi ideati da Valentino per i valzer del Concerto di Capodanno al Kunsthisto­riches Museum di Vienna nel 2010: li indossavan­o le étoiles dell’opéra di Parigi Eleonora Abbagnato e Nicolas Le Riche con il corpo di ballo della Wiener Staatsoper.

Una mostra in Francia

Alle lunghe nozze tra balletto e moda è dedicata la mostra “Couturiers de la danse de Chanel à Versace”, aperta fino al 3 marzo al Centre National du costume de scène di Moulins, in Francia: una selezione di 130 costumi arricchita di foto e video che testimonia­no le tappe fondamenta­li del lungo processo artistico iniziato con i Balletti Russi e passato attraverso la modern dance, il Tanztheate­r di Pina Bausch fino alla nouvelle vague francese degli anni Ottanta. Curata dal giornalist­a Philippe Noisette e allestita dallo scenografo e artista Marco Mencacci, l’esposizion­e fa sfilare i grandi stilisti soffermand­osi sulle danze futuriste, per approdare al trionfo del corpo, accarezzat­o e magnificat­o da collant e trasparenz­e griffati Balmain, Givenchy, Dior, Christian Lacroix. La sezione “Pas si classique” è dedicata al lavoro di Yves Saint Laurent (disegnò i costumi per i balletti di Roland Petit), Jean Paul Gaultier e Karl Lagerfeld, dei quali mette in luce l’attenzione ai dettagli nel rileggere tutù e corsetti. Si prosegue celebrando i grandi sodalizi come quello tra Versace e Béjart e tra Issey Miyake e William Forsythe. Una storia della liberazion­e del movimento che passa attraverso l’emancipazi­one del corpo, in particolar­e, della donna.

 ??  ?? La gonna a strascico infinita creata da Giorgio Armani per Joachim Cortes.
La gonna a strascico infinita creata da Giorgio Armani per Joachim Cortes.
 ??  ?? Ballerini del Dutch National Ballet con costumi di Viktor & Rolf per Shape. A sinistra, una creazione di Jerôme Kaplan per Casse-noisette Circus e, sopra, quella di On Aura Tout Vu per L’enfant et les Sortilèges.
Ballerini del Dutch National Ballet con costumi di Viktor & Rolf per Shape. A sinistra, una creazione di Jerôme Kaplan per Casse-noisette Circus e, sopra, quella di On Aura Tout Vu per L’enfant et les Sortilèges.
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L’estro di Gianni Versace per la sensuale coreografi­a di Maurice Béjart: lo spettacolo era Barocco Bel Canto.
 ??  ?? Hervé L. Leroux per il balletto Rythme de Valse.
Hervé L. Leroux per il balletto Rythme de Valse.
 ??  ?? I costumi da bagno disegnati da Coco Chanel nel 1924 per il balletto Le Train bleu su soggetto di Jean Cocteau.
I costumi da bagno disegnati da Coco Chanel nel 1924 per il balletto Le Train bleu su soggetto di Jean Cocteau.
 ??  ?? Soto, Roberto Capucci alla prova costume con il ballerino spagnolo Sergio Bernal. A destra, il bozzetto realizzato dallo stilista.
Soto, Roberto Capucci alla prova costume con il ballerino spagnolo Sergio Bernal. A destra, il bozzetto realizzato dallo stilista.
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