Corriere della Sera - Io Donna
La lotta del Papa contro l’omertà
È il silenzio di chi sa e non denuncia, o peggio copre i religiosi pedofili, il vero scandalo per la Chiesa. Perciò il Papa ha tolto il segreto pontificio sui processi, per dare più forza alle vittime. Uccise anche dall ’ indifferenza
La svolta epocale voluta da Papa Francesco (il 17 dicembre scorso, giorno del suo 83esimo compleanno, ndr) può portare risultati concreti soprattutto per i casi apparentemente meno eclatanti, quelli che nessuno ha finora avuto il coraggio di raccontare per paura di non essere creduto e quindi di essere lasciato solo. Sono le vessazioni subite dai minori che frequentano gli oratori, le scuole, le parrocchie. Sono gli abusi inflitti da preti e suore a bambine e bambini che spesso vengono tollerati dai genitori per vergogna, ma soprattutto per il timore che tanto nulla succederà ai colpevoli e invece saranno i loro figli a pagarne le conseguenze. E invece la decisione del Papa di abolire il segreto pontificio su denunce e processi per «violenza e di atti sessuali compiuti sotto minaccia o abuso di autorità e pedopornografia», in realtà, è stata ampliata anche ai «casi di mancata denuncia e copertura degli abusatori da parte dei vescovi e dei superiori generali degli istituti religiosi». Ed è proprio questo a fare la differenza. Perché finora gli alti prelati si sono mascherati dietro la scusa di non aver potuto intervenire. E invece adesso saranno loro a rischiare in prima persona e questo dovrebbe convincerli a punire chi compie veri e propri orrori nei confronti di chi non ha la forza o la capacità di difendersi.
Nel febbraio scorso il Pontefice ha organizzato un incontro sulla “Protezione dei minori nella Chiesa” e ha invitato le vittime in Vaticano. Prima di parlare ha fatto trasmettere le testimonianze strazianti di cinque uomini. Uno di loro ha messo in fila i ricordi con la voce strozzata, ha ben descritto quello che molti avrebbero potuto fare per aiutarlo. «Sono stato molestato sessualmente per tanto tempo, e oltre cento volte, e queste molestie sessuali mi hanno provocato traumi e flashback per tutta la vita. Fa fatica vivere la vita, fa fatica stare insieme alla gente, avere rapporti con le persone, anche con la mia famiglia e i miei amici. Ogni volta che ho parlato con i provinciali e con i superiori maggiori, questi hanno regolarmente coperto il problema, coperto gli abusatori, e questo a volte mi uccide». Ecco, altri si sono uccisi davvero.
Che cosa può davvero ridurre il fenomeno degli abusi sui minori? Scriveteci a iodonna. parliamone@rcs.it La rubrica torna il 1° febbraio.