Corriere della Sera - Io Donna
Licia Colò
La conduttrice ambientalista usa la bici elettrica per raggiungere la redazione di Eden, a La7. E spesso va di fretta, perché con la sveglia mattutina ha qualche difficoltà. A differenza di sua figlia. Che le dà anche lezioni di cucina
ore 6
«Sono una mamma imperfetta, lo confesso. A volte mi sveglio all’alba e faccio compagnia a mia figlia Liala, 14 anni, che esce presto per andare a scuola in centro, a Roma. Altre volte, mi alzo più tardi. Per fortuna Liala è molto autonoma, si arrangia da sola. Vi colpisce il nome? Nasce dall’unione di Licia+alessandro, mio marito. Solo dopo la nascita di Liala ho scoperto che la scrittrice di romanzi rosa in realtà era una donna forte e indipendente. Un po’ come mia figlia».
ore 9
«Prima di uscire faccio qualche intervista da casa. Poi prendo la bici elettrica e vado alla redazione di Eden. Vivo a Casalpalocco, un quartiere residenziale non lontano da Ostia, e i miei spostamenti sono lunghi. Quando vado alla sede di Sat 2000 devo attraversare tutta la città. Fino a poco tempo fa avevo una piccola auto ibrida, credo che ne prenderò un’altra. Gli studi di La7 sono più vicini, per fortuna».
ore 10
«Inizio a lavorare al montaggio dei servizi di Eden - Un pianeta da salvare, girato tutto in esterni. Siamo stati 6 mesi in giro per il mondo, e in ogni puntata facciamo conoscere due posti diversi, uno in Italia e uno all’estero. Il taglio non è turistico, vogliamo far riflettere sulla necessità di proteggere l’ambiente: in Madagascar per esempio raccontiamo gli effetti della deforestazione devastante, che però è responsabilità anche dei Paesi ricchi, non possiamo darne la colpa solo agli abitanti dell’isola; in Italia, parliamo dell’abbandono dei paesi dell’interno partendo da Civita di Bagnoregio, oggi presa d’assalto dai turisti di tutto il mondo, o da borghi sconosciuti in Sicilia. Affrontiamo il dramma della xylella, che sta distruggendo la cultura dell’ulivo in Puglia. Ma la città che mi è rimasta nel cuore è Oslo, ci andrei a vivere: è tutto organizzato, ci sono tante auto elettriche con stazioni di ricarica ovunque, diversamente che in Italia. Se loro ci riescono, perché non possiamo farcela anche noi? Il lavoro di montaggio è molto impegnativo, è come scrivere un libro in immagini. Tempo per il pranzo non ne ho, lo salto senza problemi».
ore 18
«Cerco sempre di ritagliare uno spazio per me dopo il lavoro. Quando riesco, torno a Casalpalocco, mi metto gli auricolari, prendo i bastoncini e vado a camminare, almeno per un’oretta. Mi rilassa molto».
ore 20
«La sera è in famiglia. Vado a fare la spesa tardi, poco prima della chiusura dei supermercati, di preferenza scelgo quelli bio. Sto attenta all’alimentazione, non mangio carne rossa da anni e cerco di evitare gli sprechi, ma ho un atteggiamento pragmatico, considerato anche che viaggio molto e ho un lavoro impegnativo. Non sono rigida in queste cose. Quando mi accompagna Liala cerco di approfittare dell’occasione per parlarle a tu per tu, ma con un’adolescente non sempre si riesce. Al ritorno mi metto ai fornelli. Secondo Liala non sono brava, così qualche volta mi fa una sorpresa, e si cimenta lei. Poi mi dedico ai miei amati animali, tre gatti e due cani; ora uno dei gatti è malato, ha 12 anni, gli devo fare l’aerosol. Hanno bisogno di cure e di tempo. Dopo cena, è il momento delle coccole per tutta la famiglia».