Corriere della Sera - Io Donna
CONCERTO PER I 20 ANNI DELLA FONDAZIONE RAVA
devo comportarmi oggi? Meglio essere autoritario o amichevole?», hai già perso. Sono quel che sono, con le mie qualità e i miei difetti, però imparo in continuazione e in fretta, cerco di migliorarmi. Impossibile ingannare, basta guardare come cammini sul palco per capire chi sei... Per questo è importante trovare la propria lingua “fisica” autentica: certi gesti ampi copiati, oppure eseguiti per impressionare, non hanno necessariamente un “impatto sonoro”. A chiunque piace essere il boss, ma condurre non significa essere il boss, il numero uno: significa lavorare in team. Senza i musicisti, che combineresti?
La Fondazione Francesca Rava, creata nel 2000 da Maria Vittoria Rava in memoria della sorella Francesca, festeggia il ventesimo anniversario il 4 febbraio a Milano con una serata alla Scala. Sul podio ci sarà proprio Lorenzo Viotti, che guiderà i giovani dell’orchestra dell’accademia del Teatro. In programma, un concerto di Brahms e una sinfonia di Shostakovich. Il ricavato verrà devoluto all’ospedale Saint Damien di Haiti. Per il supporto in questa iniziativa la Fondazione Rava - che ha come mission l’aiuto all’infanzia in condizioni di disagio in Italia e nel mondo - ringrazia Intesa Sanpaolo, Rolex e il Consorzio tutela Grana Padano. Per acquistare i biglietti: fondazionefrancescarava.org
È stato un processo lungo. Credo di essere diventato uomo a 14 anni, la vita ha impartito a tutti noi - a mio fratello, alle mie due sorelle - una grande lezione e si cresce all’istante, si diventa adulti. Da allora ho trascorso parecchio tempo da solo per seguire gli studi: impari, capisci cosa è importante e cosa irrilevante. È stata dura a volte, ma il risultato è che, passo dopo passo, ti irrobustisci. Non ho mai avuto abitudini da teenager, non mi interessava. Avevo - e ho ancora - un solo obiettivo: continuare questo viaggio e usare il dono che mi è stato dato. Quando ha capito che la conduzione fosse la sua strada?
Premessa: la mia fortuna è stata che mamma, dopo la morte di papà, ci ha lasciati liberi di scegliere qualsiasi cosa volessimo, benché fossimo stati educati nella musica (la sorella Marina oggi è cantante lirica, la sorella Milena e il fratello Alessandro suonano il corno, ndr). In particolare, per quanto mi riguarda, sapeva che avrei avuto bisogno di sperimentare. E, infatti, ho commesso parecchi errori. Tipo?
Non so, vivevo come un principe, non frequentavo la
Sì, e qualcuno non ha perso occasione di mettermi alla prova, di infastidirmi... «È il figlio di Viotti!» rimarcavano. Ma non era mia intenzione dimostrare niente, intendevo soltanto fare pace con la morte di mio padre nel posto dove lo adoravano. Ma il momento chiave è stato quando ho vinto il concorso a Cadaqués, nel 2013: lì non ero nessuno, ero il più giovane con un curriculum vuoto... Sportivo da sempre, sono competitivo, uno “squalo”, però non immaginavo di ottenere il premio: dirigere 23 orchestre! La scuola per un conductor è la pratica, non conta il diploma. Non le è mai pesata la disciplina che il suo mestiere richiede?
Oh no! Praticando sport sin da bambino - tennis, boxe, kitesurf, snowboard - ho sviluppato resistenza. E le arti marziali mi hanno abituato alla calma. Oggi mi dedico al crossfit: frequento palestra cinque volte a settimana per due ore e mezza. Sono andato anche stamattina, malgrado stasera abbia una recita. Il crossfit è faticosissimo. Se le cerca!
Sì, trovo stimolanti le sfide. Cosa ha di italiano, cosa di francese, cosa di svizzero e cosa di tedesco?
(ride) La mia educazione e il mio temperamento sono francesi, il mio passaporto è svizzero, l’austria e la Germania hanno rappresentato la mia crescita musicale. Il mio sangue però è italiano: mi piace la “dolce vita”, la vostra capacità di apprezzare piccole cose, come prendere un caffè al bar o mangiare una pizza margherita. Apprezzo la vostra filosofia, l’amore per l’esistenza in ogni senso, il calore della gente, l’arte. La Grande Bellezza. A marzo compirà 30 anni: un mini-bilancio?
Mi reputo davvero fortunato: sono in salute, ho una famiglia che mi supporta, fra due anni mi trasferisco ad Amsterdam (si insedierà come Direttore principale della Netherlands Philharmonic Orchestra e della Dutch National Opera, ndr) e avrò finalmente il mio primo appartamento! Per ora non ho una base, sono costantemente in giro e tengo le mie cose a Lione, nella casa di mamma. C’è qualcosa che non le ho chiesto ed è importante?