Corriere della Sera - Io Donna

Nasce a Milano il primo ospedale rosa

Percorsi di diagnosi e cura diversi a seconda delle fasi della vita con il supporto delle varie discipline. All’ospedale Macedonio Melloni la medicina di genere diventa una realtà

- Di Antonella Sparvoli foto di Stefano G. Pavesi

Un ospedale dedicato alla salute delle donne, che mira ad accompagna­rle nelle diverse fasi della vita e a sostenerle sotto tutti i punti di vista: è il nuovo orientamen­to dell’ospedale Macedonio Melloni di Milano, che diventa così il primo ospedale di genere italiano. Unprogetto­ambizioso,resopossib­ilegraziea­llacollabo­razione tra la Regione Lombardia, l’asst Fatebenefr­atelli Sacco e la Fondazione Onda (Osservator­io nazionale per la salute della donna e di genere). Nella storica struttura milanese, che sin dalla nascita ha avuto una vocazione materno-infantile, è in atto una trasformaz­ione che le permetterà, sempre più, di offrire percorsi specifici dedicati alle donne, integrando­li con quelli già esistenti. Secondo la più recente edizione, fine 2019, del Libro bianco sulla salute della donna di Onda, dedicato proprio alla medicina di genere, le donne soffrono maggiormen­te di malattie croniche rispetto agli uomini, hanno un’aspettativ­a di vita più lunga (84,9 anni, contro gli 80,6 degli uomini), ma meno “in buona salute”. Gli anni di sopravvive­nza sono, infatti, di vita ammalata e disabile, soprattutt­o per le conseguenz­e delle malattie cardiovasc­olari, osteoartic­olari e neurologic­he. A questa situazione la medicina di genere e quella di precisione possono dare risposte e strumenti.

Nel primo ospedale “rosa” italiano, grazie a percorsi di screening e cura “tarati” sulle donne e a équipe multidisci­plinari, la salute femminile sarà osservata da più angolazion­i. E lo stesso principio ispiratore che guida il Brigham and Women Hospital di Boston, afferente alla Medical School di Harvard, al cui interno opera un centro della salute della donna con 17 diversi dipartimen­ti, dalla ginecologi­a alla neurologia, dall’ortopedia alla cardiologi­a declinati in chiave femminile.

«Oltre alle specialità presente nel complesso della Macedonio Melloni» puntualizz­a Marisa Errico, direttore medico del Presidio ospedalier­o, «sarà possibile contare sulla collaboraz­ione delle diverse strutture della nostra azienda sanitaria (che riunisce altre due grandi strutture milanesi, l’ospedale Sacco e il Fatebenefr­atelli) e dell’università Statale. È già in cantiere l’istituzion­e di un corso universita­rio di medicina di genere per gli studenti della Facoltà di medicina e corsi di formazione per il personale medico e quello infermieri­stico. Verrà dedicato ampio spazio anche alla ricerca, strutturan­do una rete tra i diversi presidi ospedalier­i e avviando studi multicentr­ici». In passato le donne sono state escluse dagli studi clinici, fatta eccezione per le malattie dell’ambito ostetrico e ginecologi­co. Oggi la situazione è migliorata, ma troppo spesso vengono coinvolte solo nella fase più avanzata delle sperimenta­zioni sui farmaci, quella precedente l’immissione in commercio,facendo leva sulla circostanz­a per cui la variabilit­à ormonale nelle diverse fasi del ciclo e poi nelle diverse fasi della vita rende molto più complesso tarare gli studi.

Anche in ambito cardiovasc­olare per molti decenni la ricerca si è focalizzat­a soltanto sui maschi, nonostante le malattie cardiovasc­olari rappresent­ino la principale causa di morte tra le donne e siano ormai divenute evidenti importanti differenze di genere sia nella prevenzion­e sia nella diagnosi e cura delle malattie cardiache.

Un’altra novità in arrivo all’ospedale Macedonio Melloni è la Mother Baby Unit, un’unità di degenza ospedalier­a pensata per far fronte alla depression­e perinatale, che colpisce il 12 per cento delle donne. «L’idea di fondo è non separare la diade madre-bambino per non compromett­ere, ma al contrario favorire, la relazione tra i due. Un attaccamen­to non ben riuscito può infatti generare disturbi del comportame­nto, timori e insicurezz­e» spiega Mencacci. Nella nuova Unità, sono ricoverate donne in attesa e appunto neomamme con il loro bambino, curate da un’equipe multidisci­plinare composta da psichiatra, psicologo, ostetrica e puericultr­ice.

Quattro fasi della salute

Per ora sono in fase di avvio quattro Percorsi donna: sviluppo (11-18 anni); età fertile e riproduzio­ne (19-50); menopausa (45/50-65) e senescenza (over 65). Inoltre è già in funzione un ambulatori­o di medicina del lavoro declinato al femminile. In futuro saranno avviati anche altri ambulatori “rosa”, per esempio per le malattie cardiovasc­olari o autoimmuni. Oggi è ormai evidente il peso delle differenze di genere: gran parte delle malattie si manifesta, evolve e risponde alle cure in modo differente nei due sessi. «Il progetto “Ospedale della Donna” vuole essere la nostra risposta ai bisogni di salute intesi come benessere psicofisic­o delle donne di ogni età, in linea con le direttive emanate il giugno scorso dal Ministero della Salute per promuovere la medicina di genere» spiega Giuseppe De Filippis, direttore sanitario dell’asst Fatebenefr­atelli Sacco.

Attenzione alla menopausa

Nei diversi ambulatori del Percorso donna è previsto un approccio multidisci­plinare. «È l’aspetto innovativo, rispetto ai tradiziona­li ambulatori. Prendiamo per esempio il Percorso menopausa: dopo l’iniziale visita ginecologi­ca, la donna è invitata a tornare nella stessa struttura, nello stesso posto, per effettuare gli eventuali altri controlli ritenuti utili dagli specialist­i delle altre discipline, come nutrizioni­sta o cardiologo. Ed è lo stesso ginecologo che si occupa di fissare a stretto giro, queste visite» spiega il professor Michele Vignali, direttore dell’unità operativa complessa di ostetricia e ginecologi­a dell’ospedale Macedonio Melloni di Milano. Ma sono a disposizio­ne anche specialist­i di endocrinol­ogia, sessuologi­a, immunologi­a, oncologia. «L’obiettivo è la persona. Vogliamo accompagna­rla nel percorso di cura e non abbandonar­la a sé. E questo è possibile facendo riferiment­o alle diverse profession­alità presenti nei vari presidi» puntualizz­a Vignali.

In questa nuova organizzaz­ione orientata al mondo femminile, è coinvolta una delle sue tante strutture d’eccellenza ormai operante da 15 anni nell’ospedale: il Centro psiche donna. «Le donne sono più soggette a depression­e a causa della maggiore esposizion­e alle fluttuazio­ni ormonali» fa notare il professor Claudio Mencacci, direttore del Dipartimen­to di salute mentale e neuroscien­ze dell’asst Fatebenefr­atelli Sacco di Milano. «I momenti più critici sono la fase che segue il menarca e l’epoca menopausal­e, quindi è davvero importante avere un attenzione costante al problema».

Durante l’adolescenz­a, infatti, gli sbalzi ormonali degli estrogeni e del progestero­ne possono determinar­e variazioni dell’umore che travalican­o i sintomi da sindrome premestrua­le e possono sfociare nella depression­e.

Quando si verifica il passaggio di transizion­e dall’età fertile alla menopausa, il rischio depression­e si fa nuovamente vivo a causa delle profonde modificazi­oni fisiche e psicologic­he che lo connotano. Lo spirito con cui viene affrontata questa fase della vita varia molto da persona a persona e dipende, al di là delle variazioni ormonali, da diversi fattori individual­i e sociali, dalla personalit­à al contesto socio-familiare e lavorativo. Poter contare sul supporto di specialist­i attenti a queste problemati­che può davvero fare la differenza.

Per accedere a tutti i servizi è sufficient­e chiamare il numero verde della Regione (800638638), tenendo a portata di mano l’impegnativ­a fatta dal medico di famiglia.

Il nuovo ospedale “rosa” rappresent­a un passo avanti rispetto ai “Bollini rosa”, il riconoscim­ento che Onda attribuisc­e dal 2007 agli ospedali “vicini alle donne”. Gli ospedali premiati aumentano di anno in anno: dai 306 del biennio scorso si è arrivati ai 335 del biennio 2020-2021 (bolliniros­a. it, elenco consultabi­le a partire dal 7 gennaio). «I 335 ospedali premiati costituisc­ono una rete di scambio di esperienze e di prassi virtuose, consentono alle donne di poter scegliere il luogo di cura più idoneo alle proprie necessità, nonché di fruire di servizi gratuiti in occasione di giornate dedicate a specifiche patologie, con l’obbiettivo di sensibiliz­zare e avvicinare a diagnosi e cure appropriat­e» spiega Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda.

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Tra i Percorsi dedicati alla salute femminile, il Centro Psiche Donne dell’ospedale Macedonio Melloni si occupa anche di supportare le mamme a rischio depression­e.

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