Corriere della Sera - Io Donna
La musica suscita almeno 13 diversi stati d’animo
Via i fibromi senza chirurgia
L’embolizzazione è l’alternativa alla procedura chirurgica e mini invasiva per eliminare il fibroma uterino. Consiste nell’eliminare in modo selettivo i vasi che alimentano i fibromi, che si originano dalle cellule del derma o del tessuto sottocutaneo. È utilizzata anche nei casi di adenomiosi (sviluppo di tessuto ghiandolare nella parete muscolare dell’utero). «L’intervento si esegue nella zona inguinale, in anestesia locale, praticando un foro di circa 2 mm. Dura 20-30 minuti e permette un recupero veloce; dopo circa 5/7 giorni la paziente è in grado di riprendere tutte le attività, compresa quella sportiva» spiega il dottor Tommaso Lupatelli, radiologo e chirurgo vascolare, che se ne occupa già da vent’anni. La tecnica è indicata anche per fibromi superiori ai 15 cm che possono rendere difficile il concepimento.
Franca Iannici
Il linguaggio della musica è senza confini e suscita le medesime risposte in culture molto diverse. Ora si è riusciti perfino a dimostrarlo. Intervistando oltre 2500 persone negli Stati Uniti e in Cina, scienziati dell’università di Berkeley, in California, hanno evidenziato che le canzoni sono capaci di attivare tredici stati d’animo dominanti: divertimento, gioia, sensualità, bellezza, calma, tristezza, sogno, trionfo, ansia, paura, irritazione, sfida e perfino esplosività. Careless Whispers di George Michael sprigiona seduttività, Rock in Casbah dei Clash carica, Shape of you di Ed Sheeran ci dà gioia, mentre la colonna sonora del film Lo squalo evoca paura in ogni contesto culturale. Su
ocf.berkeley. edu/%7eacowen/music. html#modal
è disponibile la mappa interattiva dello studio. Antonella Sparvoli
Il 97,5 per cento dei neonati è sottoposto allo screening per le malattie metaboliche.
Grazie alla legge 167/2016, l’italia è la nazione europea che garantisce lo screening neonatale più ampio per le malattie metaboliche: su tutti i bambini ne vengono ricercate obbligatoriamente oltre 40. Soprattutto, l’adeguamento delle Regioni al dettato della legge si è concluso velocemente e oggi il 97,5 per cento dei neonati ha accesso al test allargato (così detto facendo riferimento a quello classico - per ipotiroidismo, fenilchetunuria e fibrosi cistica - già introdotto nel 1982). Per fare un confronto, «in Francia lo screening è eseguito solo per 5 malattie, e nel Regno Unito e in Spagna non si arriva a testarne 10» spiega Carlo Dionisi Vici, responsabile UOC di Patologia Metabolica dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.
«L’effetto dell’indagine non si limita all’individuazione della patologia: se un neonato è positivo si interviene prima della comparsa dei sintomi con la terapia idonea, che può consistere nell’adozione immediata di una dieta particolare o nella somministrazione di farmaci o di enzimi sostituitivi a quelli mancati. Poter intervenire fin dai primi giorni di vita riduce l’incidenza di handicap anche gravi ed è garanzia di una prognosi migliore». E salva la vita a circa 350 bambini all’anno. Anche per lo screening allargato basta solo una goccia di sangue raccolta dal tallone del neonato, al secondo o terzo giorno di vita: depositata su una carta speciale viene analizzata, impiegando una particolare apparecchiatura, la spettrografia tandem di massa, che ne indaga la struttura molecolare. Susanna Mancinotti