Corriere della Sera - Io Donna
Una poltrona per tre (donne)
In lizza anche Rachida Dati, già ministra per Sarkozy, e Agnès Buzyn, la candidata (dell’ultim’ora) dell’eliseo
Tre donne in pole position sulla griglia di partenza. Per la prima volta la corsa alla poltrona di sindaco di Parigi è un torneo tutto femminile. La socialista Anne Hidalgo dovrà difendere la scrivania dall’amica nemica Rachida Dati, che indossa i colori dei conservatori Repubblicani, il partito dell’ex presidente Nicolas Sarkozy, e dall’ex ministra della Sanità Agnès Buzyn (58 anni, ematologa) che l’attuale presidente Emmanuel Macron ha spedito in campo all’ultimo momento per sostituire il candidato ufficiale del partito La République en Marche, Benjamin Grivaux, travolto (e anche questa è una primizia sul suolo francese) da uno scandalo video-sessuale all’americana. I sondaggi danno testa a testa Anne Hidalgo e Rachida Dati sulla quale potrebbero concentrarsi i voti della destra, fino a questo momento spaccata tra i Repubblicani e il duello interno di En Marche (sotto la cui bandiera si batterebbe il matematico dissidente Cédric Villani). Anche se Agnès Buzyn non intende darsi per vinta, la rivale più temibile per l’attuale sindaca è proprio Rachida Dati, 54 anni, figlia di immigrati nordafricani, governatrice del prestigioso 7° arrondissement di Parigi. La stampa ha più volte sottolineato la curiosa complicità che lega la prima cittadina di sinistra all’ex ministra di Sarkozy, entrambe prodighe di complimenti reciproci nelle interviste. Le uniscono le radici forestiere e una comune antipatia per Nathalie Kosciusko-morizet, 46 anni, sfidante di Anne Hidalgo alle amministrative del 2014 e di Rachida Dati alle primarie dei Repubblicani quello stesso anno.
su binari paralleli, lui come braccio destro di Aubry, sindaca di Lille, lei a Parigi.
Un altro uomo nota le qualità di Anne, «una forza della natura» per usare la definizione del consorte, cattiva cuoca ma tenace lavoratrice e instancabile consigliera municipale: Bertrand Delanoë, primo sindaco socialista di Parigi, insediato nel 2001, la vuole come sua vice e le affida pieni poteri l’anno seguente, quando viene accoltellato da un islamista omofobo. Qualcun altro, al posto di Anne, avrebbe faticato a restituire il timone al legittimo titolare, dopo la sua convalescenza di cinque settimane. Non lei che, ambiziosa ma leale, torna docilmente nella seconda linea, guadagnandosi la stima e la riconoscenza del capo: «Il tuo destino è Parigi» le predice Delanoë. «Io non sarò sindaco per sempre». È l’investitura ufficiale della “delfina”, che per tredici anni studia e si prepara a diventare la prima donna alla guida della città alle elezioni del 2014.
A (tentare di) sbarrarle la strada si cimenta una fulva rivale, Nathalie Kosciusko-morizet, nome in codice NKM, già portavoce dell’ex presidente Nicolas Sarkozy e quindi delle istanze del partito conservatore UMP (confluito nei Repubblicani dal 2015). Erede di una stirpe di sindaci, NKM annovera nel suo albero genealogico un generale polacco dell’armata napoleonica e una più remota parentela con Lucrezia Borgia, ma al duello finale Anne Hidalgo stravince.
Nel futuro la cooperativa agricola comunale
Sei anni dopo ci riprova. Indifferente al biasimo di alcune stelle del cinema, come Vincent Lindon e Fabrice Luchini, che la reputano una “bobo”, una borghese-bohémienne che «ha reso Parigi invivibile», Anne ha già pronto il programma per i prossimi sei anni, Olimpiade 2024 inclusa. Proibirà alle auto di avvicinarsi a trecento scuole cittadine, rifornirà le mense scolastiche con alimenti prodotti a chilometro zero da una futura cooperativa agricola municipale, pedonalizzerà anche il lungo Senna dall’altra parte del fiume, sulla Rive Droite, assicurerà trasporti pubblici gratuiti ai minori di 18 anni, indirà un referendum sul ruolo di Airbnb a Parigi.
«Abbiamo dieci anni per agire di fronte all’emergenza climatica» avverte i connazionali dopo aver pubblicato un paio d’anni fa il suo manifesto contro l’inquinamento, Respirare. Ma i suoi detrattori sostengono che sia lei a impedire ai parigini di tirare il fiato. Anche se colmo di polveri sottili.