Corriere della Sera - Io Donna
Il potere segreto di una campionessa
Fiona May (50 anni) non rinuncia mai alla sua beauty routine quotidiana.
Un passo importante della femminilità nel mondo dell’agonismo sportivo lo dobbiamo a lei: più che un passo, per la verità, erano salti in lungo da record, che Fiona May spiccava sfoggiando unghie laccate multicolor e rubando il primo piano alle avversarie non solo per meriti sportivi. La stessa Fiona May oggi riesce a conciliare le molte vite di una cinquantenne che non ha mai smesso di accettare le sfide, non ultima prestare il suo viso come ambassador della linea Lifting Végétal di Yves Rocher.
Ma sentiamo dalla sua viva voce, chi è Fiona May oggi? «Me lo chieda tra 10 anni! Devo ancora capirlo, sto attraversando tante cose nella mia vita, sto crescendo, sono un pochino più matura e più saggia. Un giorno sono una persona molto seria, un altro un po’ folle, ma anche una mamma severa. Dico quello che non mi piace e mi batto a modo mio contro le ingiustizie».
Qual è stata la sua sfida più importante? «La più importante è essere mamma, un compito molto più difficile del salto in lungo. Sento una grandissima responsabilità, ma non lo chiamerei sacrificio. Vedere le mie figlie crescere, insegnare ad affrontare la vita, a volte mi spaventa un po’, come quando noto in Larissa, la più grande, un pizzico di Fiona. Non posso essere sempre con loro, ma bisogna sempre essere d’esempio. Tengo al rispetto degli altri, all’educazione, a dare alle mie figlie la possibilità di inseguire un sogno».
Questa nuova linea lifting firmata Yves Rocher è dedicata alle donne di carattere, che lottano per raggiungere i propri traguardi... Cosa vuol dire per lei esserlo? «Io ero una combattente quando facevo le gare. Adesso, da quando ho lasciato l’atletica, lo sono ancora come mamma, come donna in carriera, in qualsiasi cosa faccia. Essere una fighter significa trovare le strategie giuste per raggiungere un traguardo, essere costante anche se ci sono momenti in cui ti sembra di non farcela più, trovare dentro di sé la forza di dirsi “non preoccuparti, i risultati arrivano”. È ottenere comunque il proprio obiettivo».
dedico particolare attenzione, con latte detergente, mai sapone, e crema nutriente».
Sport e femminilità: Fiona è stata tra le prime a conciliare l’agonismo con smalto e rossetto. Ce ne vuol parlare? «È stata una mia scelta, perché in quel momento non mi sentivo molto femminile. Avevo contro atlete fortissime, mi sono sempre piaciute le unghie di colori forti e per me erano solo un modo per dire: “Sono una donna, ma sono anche abbastanza aggressiva”. Una volta c’era il pregiudizio della donna che fa sport e si rovina il fisico, adesso per fortuna le cose sono cambiate».
Il suo fisico è ancora asciutto e atletico: come si tiene in forma? «Attualmente sono in tournée con uno spettacolo teatrale (Maratona di New York) dove recito correndo ininterrottamente, con un’altra attrice, per 50 minuti. Mi piace correre sul palcoscenico! Poi cammino tantissimo, faccio yoga e un po’ di boxe quando ho voglia di sfogarmi, non mi fermo mai, se non quando sono stanca morta. Pratico anche la meditazione da quando avevo 17 anni, il mio allenatore mi diceva che il fisico non è tutto, ci vuole anche la testa. Nel salto in lungo devi essere pronta, devi essere lucida e allo stesso tempo ti devi rilassare. Lo insegno anche a mia figlia (Larissa Iapichino, campionessa europea di salto in lungo nel 2019, ndr): se vuoi vincere dipende solo da te. Devi sentirti a tuo agio. Il nostro corpo deve registrare e ripetere. Se fai un salto di 7 metri, lo rifarai. Bisogna visualizzare il salto perfetto, visualizzare la vittoria. La stessa cosa nella vita: c’è qualcosa che ti mette in ansia? Respira: aiuta a calmarsi, aiuta anche a studiare, a concentrarsi. A me, è servita anche la recitazione. Prima ero sempre insicura, il teatro mi ha aiutato moltissimo».
Da mamma di una giovane campionessa europea di salto in lungo, che cosa consiglia alle altre donne a proposito dello sport delle figlie? «A Larissa ho sempre detto: tu sei bella, non aver paura di avere i muscoli, è una cosa naturale, è il nostro corpo, amalo, devi esserne fiera. Lo so che se una ragazza vuole giocare a calcio, a basket, fare atletica, può esserci il timore che non sia abbastanza femminile o che si faccia male. Ma è giusto che lei possa inseguire un sogno, è bene lasciarla fare, è un modo per sfogarsi, per trovare una sua dimensione. Lo dico da mamma, non da atleta».